Pagina:Alighieri - Comedìa, Foligno, 1472.djvu/15

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[versione diplomatica]

Et uenni adte ſi comella uolſe
     dinanzi adquella fiera te leuai
     che del bel monte elcorto andar titolſe120
Dung che e perche per che reſtai?
     perche tanta uilta nelcore allecte?
     perche ardire et francheza non hai?
Da poi che tai tre donne benedecte
     curan dite nella corte del cielo125
     elmio parlar tanto ben tempromecte
Quali fioretti dal noctorno gielo
     chinati echiuſi et poi chel ſol limbianca
     ſirizan tutti aperti illorſtelo
Tal me fecio dimia uirtute (tanca130
     etanto buono ardire alcor miporſe
     chi cominciai come perſona franca
Opiatoſa colei che meſuccorſe
     et tu corteſe che ubidiſti toſto
     allevere parole che te porſe135
Tu mai condiſſiderio elcor diſpoſto
     ſi aluenire colle parole tuoe
     chi ſon tornato nel primo propoſto
Orua chun ſol uolere demendue
     tu duca tu ſegnor et tu maeſtro140
     cuſi lidiſſi poi che moſſo fue
Entrai perlocamin alto et ſilueſtro


[versione critica]

Et venni ad te 1si comella volse
     dinanzi ad quella fiera te levai
     120che del bel monte el corto andar ti tolse
Dunque che e perche per che restai
     perche tanta vilta nel core allecte
     perche ardire et francheza non hai
Da poi che tai tre donne benedecte
     125curan dite nella corte del cielo
     el mio parlar tanto ben tempromecte
Quali fioretti dal noctorno gielo
     chinati e chiusi et poi chel sol limbianca
     si rizan tutti aperti illor stelo
130Tal me fecio di mia virtute stanca
     e tanto buono ardire al cor mi porse
     chi cominciai come persona franca
O piatosa colei che me succorse
     et tu cortese che ubidisti tosto
     135allevere parole che te porse
Tu mai con dissiderio el cor disposto
     si al venire colle parole tuoe
     chi son tornato nel primo proposto
Or va chun sol voler e demendue
     140tu duca tu segnor et tu maestro
     cusi li dissi poi che mosso fue
Entrai per lo camin alto et silvestro.

[versione diplomatica]

CANTO III nelqual tratta delaporta et delentrata delinferno et delfiume dacherõte dellapena dicoloro cheuiuettero ſanza ope difama degne. Et come eldemonio caron

[versione critica]

CANTO III· nel qual tratta de la porta et
de lentrata de linferno et del fiume da cheronte
della pena di coloro che vivettero sanza oper
di fama degne. Et come el demonio caron

  1. co aggiunto a penna