Pagina:Alighieri - Comedìa, Foligno, 1472.djvu/188

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Poi che noi fumo infu lorlo fuppremo deialta ripa allafcoperta piaggia maeftro mio diifio che uia faremo Et egli ame neifun tuo paffo caggia pur fu almonte dietro ame acquifta fin ebennappaia alcuna feorta faggia JLufommo eralto che uincea lauifta et lacofta fuperba più artai ebe damezzo quadrante acentro lifta Io era lado quando cominciai odolce padre uolgiti et rimira/J comio rimagno fol fe noi* reflai ? Figlici mio dite infm quiui titira addandomi un balzo pocoinfue ebe daquel lato ilpoggio tutto gira Simmifpronaron leparole fue cbimiiforzai carpando appreffo lui tanto cbel cinghio fotto pie mifue Aifeder ciponemo iui amendui uolti allenante ond^rauam ialiti perche fuol ariguardar giouar altrui Liochi prima drizzai abafiu liti pofcia lialzai alfole et amiraua che dafiniilra nerauam feriti Ben fauide ilpoeta chio ftaua ftupido tutto al carro delalucc oue trannoi et aquilone intraua Ondelli ame fe caftor et polluce fuifero incompagnia diquello fpeccbio che fu et giù delfuo lume conduce