Pagina:Alighieri - Comedìa, Foligno, 1472.djvu/268

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f'igltuol fu io dun beccaio dipariigi quando liregi antichi uenner meno tutti fuor cuno renduto ipianni bifgi Trouami ftretto nellemani ilfreno delgouerno delregno et tanta poiTa dinouo acquifto et fi damici ipieno Cbelacorona uedoua promoÌTa lateftadelmio figlio fu dalquale cominciar dicoftor le facrate offa Mentre chelagran dote proumzale alfangue mio nontolle lauergogna poco ualea mia pur non facea male Licomincio conforza et comenzogna la fua rapina et pofeia peramenda ponti et normandia prele et guafeogna Carlo uenne inytalia et peruicenda uittima fe dicurradino et poi ripinfe alciel thomafo peramenda Tempo «eggio nonmolto dopo ancoi chetragge unaltro charlo fuor difrancia perfar conofcer meglio et fe et fuoi Senzarme nefee et folo con la lancia conlaqual gioftro giuda et quella penta fi cafiorenza fa feoppiar lapancia Quindi non terra ma peccato et onta guadagnera perfe tanto più graue quanto più lieue fimildanno conta Laltro chegia ufci prefo dinaue ueggio uender fua figlia et pattegiarne come fanno icorfari delaltre fchiaue