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Simone Aliprandi - Apriti standard! www.standardaperti.it - www.aliprandi.org -73

Fig. 3. — Questo schema intende rappresentare il rapporto tra il concetto di standard e quello di formato. L’area più scura sta a rappresentare la caratteristica dell’apertura.

3. Alcuni formati documentali e le relative standardizzazioni

Focalizziamo la nostra attenzione innanzitutto sui formati documentali, che più interessano il mondo della pubblica amministrazione e per i quali come vedremo diffusamente - possiamo registrare alcuni utili casi di studio relativi a processi di standardizzazione.

3.1. ASCII

L’ASCII rappresenta il formato testuale più essenziale in assoluto; si basa infatti su un numerus clausus di caratteri (127 in tutto) ed è per questo leggibile da parte di tutti i tipi di calcolatori indipendentemente dalla piattaforma utilizzata. È stato proposto nel 1961 dall’ingegnere Bob Bemer di IBM, e il suo nome deriva dall’acronimo di “American Standard Code for Information Interchange” (ovvero Codice Standard Americano per lo Scambio di Informazioni).

L’ASCII nella sua versione originaria a 7 bit (chiamata anche ASCII ristretto, o US-ASCII) è stato riconosciuto come standard dall’ISO con il codice ISO 646:1972.1 Esiste tuttavia una seconda più recente versione, la quale, essendo ad 8 bit, consente una gamma più ampia di caratteri (256 in totale) e quindi può meglio adattarsi alle esigenze di lingue in cui gli alfabeti

  1. Si veda a tal proposito la voce http://it.wikipedia.org/wiki/ASCII.