Pagina:Aliprandi - Apriti Standard !, Ledizioni, 2010.djvu/74

Da Wikisource.
74- Simone Aliprandi - Apriti standard! www.standardaperti.it - www.aliprandi.org

sono particolarmente vasti1: questa seconda versione è chiamata ASCII esteso e si è affermata dapprima come standard de facto (nel corso degli anni 80) e successivamente come standard ISO/IEC 8859.2

Infine esiste una terza versione enormemente più estesa (attualmente si parla di oltre un milione di caratteri possibili)3, chiamata Unicode e sviluppata nel 1991 «per poter codificare più caratteri in modo standard e permettere di utilizzare più set di caratteri estesi (es. greco e cirillico) in un unico documento [...]. I primi 256 code points ricalcano esattamente quelli dell’ISO 8859-1. La maggior parte dei codici sono usati per codificare lingue come il cinese, il giapponese ed il coreano.»4

In realtà l’ASCII non è un vero e proprio formato, ma più precisamente un sistema di codifica dei caratteri. Infatti la sua caratteristica è proprio quella di non contenere informazioni diverse dal puro testo, come sono invece quelle relative alla formattazione (cioè ad esempio: tipo di font utilizzata, margini della pagina, dimensione del carattere, interlinea, etc).5 I file contenenti puro testo sono identificati attraverso l’estensione “.txt”.

  1. Per maggiori informazioni su questa seconda versione dell’ASCII si veda la voce http://it.wikipedia.org/wiki/ASCII_esteso. La lista completa dei caratteri dell’ASCII esteso è disponibile qui: http://cloford.com/resources/charcodes/symbols.htm.
  2. Si veda a tal proposito la voce http://en.wikipedia.org/wiki/ISO_8859.
  3. Inizialmente prevedeva 65.536 caratteri (code points) ed è stato in seguito esteso a 1.114.112 (= 220 + 216) e finora ne sono stati assegnati circa 101.000.
  4. http://it.wikipedia.org/wiki/ASCII_esteso#Unicode.
  5. «Ovviamente lo scopo per cui sono nati i file di testo, e tutt’ora un utilizzo molto frequente, è la lettura/scrittura diretta da parte degli utenti. La mancanza di formattazione li rende poveri dal punto di vista estetico, ma in compenso grazie a questa semplicità non occorrono particolari programmi per leggerli, e spesso possono essere trasferiti direttamente da un sistema operativo all’altro. [...] Anche il codice sorgente dei programmi di solito è scritto in puro testo. Se un sorgente fosse scritto ad esempio in formato .doc (con Microsoft Word o OpenOffice.org), il file prodotto conterrebbe anche informazioni binarie di formato che metterebbero in crisi i compilatori.» http://it.wikipedia.Org/wiki/File_di_testo#Utilizzo.