Pagina:Alle porte d'Italia.djvu/187

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la ginevra italiana 173

sparve subito; era un fratello dell’oste, mezzo scemo. Bisognava finirla. Il Gamalero, con una mano sola, stringendo il laccio più forte, strascinò il suo impiccato verso gli altri tre, afferrò un braccio all’assassino, gli fece cascar dal pugno la pistola, lo inchiodò a terra per la gola; e allora s’arrese, finalmente, e fu ammanettato. Subito accorsero guardie municipali e guardie nazionali. Il Delpero ansò per molto tempo. Le sue prime parole furono di rammarico perchè gli fosse mancato il colpo alla pistola. — Se non mi mancava, — disse con uno sguardo torvo al brigadiere, — a quest’ora lei sarebbe già in compagnia degli altri due. — Poi diede in smanie da forsennato, si dibattè, urlò che voleva morire, tentò di spaccarsi il capo contro il muro. In fine, si quetò, e fu portato alla caserma dei carabinieri, tra un urlìo orrendo della folla.... Ma io l’ho sciupato miseramente il racconto del Gamalero. È difficile farsi un’idea dell’eloquenza, disordinata, ma calda, gagliarda, scolpita, con la quale egli ci fece veder quella scena, e sentir quasi gli aneliti, i colpi, lo sgretolìo dei denti, le grida soffocate dei lottatori. A lui stesso pareva di ritrovarcisi, e gestiva, raccoltamente, ma con tale vigore, che quando torceva il pugno noccoluto per render l’atto con cui aveva serrato la strozza al suo fantoccio, mi pareva di sentirmi il colletto troppo stretto, e me lo sarei sbottonato con piacere. E tirò innanzi per un pezzo. Ci raccontò tutti gli altri avvenimenti della sua vita militare, dei quali non fu mica il più notevole l’arresto del Delpero: combattimenti sanguinosi con disertori, corpo a corpo,