Pagina:Alpi e Appenini.djvu/17

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si sarebbero mai immaginata una cosa più imponente e nello stesso tempo più spaventevole. E camminavano lenti e guardinghi: dalla terra e dai crepacci del ghiaccio potevano ben uscire quei mostri, che non dovevano essere... un sogno!

A un tratto una grossa nube sorse dietro il Monte Bianco e tanto si avanzò e si estese da coprire in breve tutto l’orizzonte. La pioggia, mista alla grandine, scese a flagellarli. Che spavento! Cercarono un ricovero e lo trovarono in una roccia aperta a volta. Quivi passarono trepidanti ancora, ma un po’ più rassicurati, una seconda notte. Al mattino il tempo era splendido; incisero sulla roccia i loro nomi e la data, e scesero a Chamonix a narrare le cose vedute. Indi tornarono a Ginevra gloriosi e trionfanti di aver posseduto tanto coraggio, di avere scoperto un piccolo paese straordinario e ignorato da tutti e sterminate ghiacciaie.

D’allora in poi si serbò in paese intatta e fedele la memoria dei due inglesi. Il sasso sotto cui passarono la notte fu nomato La pierre aux Anglais e gli abitanti di Chamonix loro consacrarono non poca riconoscenza, poichè, «dicono essi, venendo qui e dando poscia notizia al mondo intiero di averci scoperti, fecero la fortuna del paese!...»

Per distruggere tante paure e tanti pregiudizii, era necessario un grande uomo e questi fu Benedetto Orazio di Saussure, il Cristoforo Colombo delle montagne, come lo noma Alberto Dupaigne. De Saussure nacque in Ginevra il 17 febbraio 1740, un anno prima della spedizione dei due inglesi a Chamonix. Figlio di uno scrittore e di uno scienziato, suocero del celebre naturalista Carlo Bonnet, si applicò giovanissimo alle scienze. Egli fin da giovinetto, si era innamorato della vista dei monti. E sempre li saliva con amore, e sempre voleva andare più in su. Il suo sogno era il Monte Bianco che tutti reputavano inacessibile. Egli voleva condannata al silenzio la parola impossibile, egli voleva sfidare e vincere la natura ed aspra e forte, egli voleva inalberare per il primo la bandiera dell’excelsior su quella altissima vetta.

Ma altri lo precedettero perchè in agosto del 1786 il dottore Paccard e il montanaro Balmat lo salirono da Chamonix. Ne ebbe dolore, ma persistette. E il 2 agosto 1787, accompagnato da un servo e da diciotto guide, arrivò sulla vetta del Bianco.

Le emozioni che egli provò colassù sono immense!... Dopo, percorse quasi tutte le Alpi e pubblicò gli otto volumi di Voyages dans les Alpes, che formano tuttora la bibbia dell’alpinismo. L’esempio di De Saussure fu presto seguito, e, come a Colombo successe Vasco di Gama, a lui tenne dietro Ramond de Carbonniéres, che esplorò i Pirenei. Poi lo Spallanzani, illustratore dell’Etna e di altri punti dell’Appennino, poi Humbolt, che popolarizzò lo montagne di Allemagna e rese celebre il picco di Teneriffa e le Cordigliere d’America.

Il signor Bourrit seguì le traccie di De Saussure e studiò e illustrò il Monte Bianco. E scrisse:

«O voi che ammirate le beltà della natura, venitela a contemplare sul grande teatro delle montagne; ivi, la possanza del Gran Padrone dell’universo vi cingerà da tutte le parti, ivi voi contemplerete con emozione gli oggetti più strani, ivi le vostre idee prenderanno più slancio».

Quanti altri vennero poi! Citiamone alcuni: Ungi, Ball, Forbes, Tyndall, ecc., ecc. e da noi Sella, Gastaldi, Giordano ed altri. In Svizzera il signor Tœpfer conduceva sui monti i suoi allievi e loro, così egli si esprime «faceva provare non solo la voluttà di un covo, il coraggio che cresce con lo sforzo, l’espansiva soddisfazione che segue la conquista, il vero e tranquillo benessere che si gusta sotto gli alberi del cammino e sopra la nuda pietra delle montagne; ma eziandio una sana e certa distrazione, un sicuro e dolce balsamo alle amarezze dell’anima e lo stimolo a quella curiosa ed utile osservazione che si può fare sugli insetti, sulle piante, sui minerali e sui fenomeni tutti che si incontrano per via». E voleva che tutti gli istitutori e i padri di famiglia, lo imitassero.

Vennero i Clubs alpini. L’Inghilterra, ove gli esercizi corporali furono sempre in onore ove, con vera passione, si va alla caccia, si cavalca, si nuota e in generale si pratica tutto ciò che sviluppa la forza e la destrezza, doveva essere la prima a possedere un Club alpino che fu inaugurato nel febbraio del 1858. Il Club alpino Svizzero sorse nell’aprile del 1863.