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Pagina:Aminta.djvu/56

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56 Atto Secondo.

Di farti loro incontra: ma fà d’huopo
D’esser un’huom, Aminta, un’huom ardito.

Aminta
Qual ardir mi bisogna, e ’ncontra à cui?
Tirsi
Se la tua Donna fosse in mezz’un bosco,

Che, cinto intorno d’altissime rupi,
Desse albergo à le tigri, et à leoni,
V’andresti tu? Aminta V’andrei sicuro, e baldo,
Più che di festa villanella al ballo.

Tirsi
E, s’ella fosse trà ladroni, et armi,

V’andresti tu? Aminta V’andrei più lieto, e pronto,
Che l’assetato cervo à la fontana.

Tirsi
Bisogna à maggior prova ardir più grande.
Aminta
Andrò per mezo i rapidi torrenti,

Quando la neve si discioglie, e gonfi
Li manda al mare: andrò per mezo ’l foco,
E ne l’Inferno, quand’ella vi sia,
S’esser può Inferno, ov’è cosa si bella.
Horsù, scuoprimi il tutto. Tirsi Odi. Aminta Dì tosto.

Tirsi
Silvia t’attende à un fonte, ignuda, e sola.

Ardirai tu d’andarvi? Aminta Oh, che mi dici?
Silvia m’attende ignuda, e sola? Tirsi Sola,
Se non quanto v’è Dafne, ch’è per noi.

Aminta
Ignuda ella m’aspetta? Tirsi Ignuda: ma,
Aminta
Ohime, che Ma? tu taci, tu m’uccidi.
Tirsi
Ma non sa già, che tu v’habbi d’andare.
Aminta
Dura conclusion, che tutte attosca

Le dolcezze passate. hor, con qual’arte,
Crudel, tu mi tormenti?
Poco dunque ti pare,
Che infelice io sia,


Che