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Io non m’affaccio incognito:
Spesso i miei voti udiste,
E su i commossi cardini
Al pianto mio v’apriste.
S’ell’arde al nostro incendio,
Se quel che volle or vuole,
Quai cure omai l’arrestano?
Che tarda? aspetta il Sole?
Forse a begli occhi insidia
Tese un sopor fallace,
E sulle piume immemore
A suo dispetto or giace.
Per Pasitea soccorrimi
Dator de’ sogni infesti.
Scegli il più orrendo: ei gelido
Le piombi al cor; la desti.