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sero ambidue insieme gran dimestichezza. Chi potrà dire le carezze e i godimenti, massime della fanciulla, cotanto bramosa d’amore? Dopo questo la si partì, e tornò allegra alla sua camera e doppiamente infiammata d’amore. Ella seguiva a visitarlo due volte al giorno con buone vivande e quindi con abbracciamenti. Così perdette il Meschino la sua verginità per campar la vita.

Il terzo giorno la damigella avendo pur voglia di cavare il Meschino di prigione, comecchè fosse molto pregata dai due Mediani e similmente da lui, andò dal padre accompagnata dalla madre, e inginocchiata a’ suoi piedi glielo dimandò per marito. Questo re non avendo altro erede consentì che la figliuola se l’avesse per marito, e comandò che il Meschino fosse tolto dalla prigione, e menato a lui dinanzi. Là condotto il Meschino, fecelo il re giurare sopra i sacri libri di Maometto, ed egli con sacramento toccato il libro disse: «Questo sacramento è così reale come la fede di questo profeta». Il re Pacifero lo fece allora capitano generale di tutta la sua gente, poichè egli doveva esser re dopo la sua morte.

Il Meschino stette tre mesi in corte da che era uscito di prigione, e sempre con seco i due Mediani, i quali dicevangli la via che avevano a fare per fuggire di là. Pensò intanto che a fine di partire conveniva mostrar di fuora quello che non aveva dentro, e tener così l’animo suo celato, molte essendo le insidie delle corti.

Un giorno che il Meschino trovavasi tutto solo, chiamò a sè i due Mediani, e disse loro: «Carissimi fratelli, per amor della regina Aminadam, per l’onore ed utilità che io feci al vostro regno, vi prego a cavarmi di questi luoghi, giacchè a tutto costo mi voglio partire». I Mediani gli risposero che avevano a camminare dieci giornate prima di essere in sicuro, e che per via non si sarebbe trovata acqua buona da bere, nè abitazione, sicchè conveniva portar seco loro vettovaglia di pane e tutto quel che bisognava da vivere per loro e pei cavalli. Il Meschino li assicurò dicendo: «Lasciate far a me, che ordinerò secretamente cavalli carichi d’otri d’acqua e biada, e carne salata cotta. Al qual fine tolse egli cavalli di corte molto grandi e forti a durar fatica. E perchè le porte della città non si serravano mai, si partirono nella mezzanotte tutti e tre e non più, prendendo il cammino verso l’India.

Quando il dì fu schiarito, fu trovato il Meschino non essere