Pagina:Andrea da Barberino - Guerino detto il Meschino, 1841.djvu/347

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capitolo xxxi. 265

ghilterra giunsero all’isola di Mania, e perchè v’era burrasca in mare stettero tre giorni qui, poi fecero vela, e giunsero al porto di Norgales, dove tutta la gente della città corsero a vederlo con grandissima festa ed allegrezza, e smontati andarono al palazzo di messer Dionino; la sua donna molto allegra della tornata gli fe’ grande onore. Il Meschino stette tre giorni a Norgales con messer Dionino, che gli voleva dare per moglie sua sorella, e dargli la metà di quanto egli aveva. Poichè l’animo suo non lo volle disturbare, prese licenza dalla donna, e lagrimando inginocchioni dinanzi a’ suoi piedi disse: — Pregate Dio per me, che mi dia grazia ch’io possa ritrovare il padre mio!» Partì; e messer Dionino lo accompagnò a Londra, dove visitarono il re, il quale fece loro grand’onore, e stettero in Inghilterra tre mesi, dandosi piacere; e visitando Londra, Antogna, Egeo, Sael, Lionella, Alone, Afon, le Boglie, Bernia, Scozia, Giuregales, Balepta, Emigan, Fronda, Puntage, Molta, Volca, Prataris, Pionia, Artanisi e Briseo. Dopo il Meschino prese licenza dal re, e dal magnifico Dionino, e prese dal re tanti danari quanti bastavano per condursi a Roma. E tutto il suo viaggio aveva poi fatto scrivere dal giorno che fu fatto schiavo in Costantinopoli fino alla partita d’Inghilterra, d’onde andò nei porti di Francia, in Picardia, nella Normandia, e poi in Fiandra, dove vide molte città e i porti di Lamagna in sul mar Oceano.