Pagina:Andrea da Barberino - Guerino detto il Meschino, 1841.djvu/436

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336 guerino capitolo xlii.

per tutto dove andavano si facevano delle feste per l’allegrezza della loro tornata. Ritornati a Taranto, nacque a Guerino un figliuolo cui pose nome Fioramonte da Durazzo, il quale fu un valente cavaliero ed innamorato, e vinse molte battaglie.

Regnando il Meschino con suo padre, morì la duchessa Fenisia, madre del Meschino, e l’anno ch’ella morì s’ingravidò Antinisca d’un altro figliuolo, e posegli nome Guerino, poi n’ebbe un altro a cui pose nome Artibano, e furono valentissimi cavalieri. — Un altro figliuolo gli nacque nel tempo che morì Milone, e posegli nome Milone a onore e ricordanza di suo padre, e quando Fioramonte ebbe dieci anni, Milone n’aveva sette.

Morta Antinisca, il Meschino deliberò d’abbandonare il mondo, e volere far vita romita per salvare l’anima sua. Perciò mandò per Girardo Pugliese, suo cugino, e raccomandogli tutti i suoi figliuoli. Avendo il Meschino apparecchiato d’esser romito, andò a Roma, e tornato a Taranto pose in gran riposo la città e il principato, ed era molto amato da tutto il popolo. Confessato e comunicato per andare in qualunque deserto a far penitenza, si ammalò e morì di cinquantasei anni in quella buona disposizione. Rimase Girardo signore di Taranto con i figliuoli di GUERINO chiamato il MESCHINO1.

  1. Tullia d’Aragona termina con questo miracolo: —

    «E morte il ben vissuto spirto sciolse
    Per uman corso dal corporeo velo.
    E ’l vide il popol tutto andare in cielo».