Pagina:Andrea da Barberino - Guerino detto il Meschino, 1841.djvu/53

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capitolo iv. 29

bene, come ora intervenne ad Astiladoro, il aveva quindici figliuoli da portar arme, ed era signore di molte terre e reami. Egli comandava ai confini dell’Ungheria, ed era signor di Polonia e della Bosnia. Macedonia e lo stretto dell’Elesponto o dei Dardanelli ubbidivano a lui, insieme alla Frigia, Britannia, Paflagonia, Galizia, Assiria, ed ai due reami di Panfilia e Sicilia, e stendendosi inoltre suo impero infino ad Antiochia ed al mar di Satalia, ed in Turchia e Trabisonda nell’Asia. Questa era la gran potenza di quel re, il quale per piccola cagione turbò lo Stato suo per la superbia. Senza dimandare ad alcuno ed intendere il vero di quanto dicevano i due suoi figliuoli, e senza consiglio di persone, non aver essi ricevuto l’onore della festa, parve a questi sufficiente ragione di far la guerra all’imperatore. E radunata un oste grande di Turchi, e questi quindici figliuoli, con quindicimila armati cavalcò a Costantinopoli, e quivi pose il campo assediandola con tutta questa forza per terra e per mare. Fra i quindici suoi figliuoli v’erano ancora Torindo e Pinamonte, e con essi quattro re di corona: il vecchio e savio re Albaietro, il re Dolce Brando di Polonia, Astenico re di Paflagonia, e il re Musitar di Sacino in Turchia. Non si può dire lo spavento da cui fu preso l’imperatore a sì terribile nunzio! Egli mandò subito per tutta la Grecia per soccorso, ed ai signori Cristiani nell’Arcipelago, i quali promisero di dargli aiuto, salvo gli abitatori di Candia perchè erano Saraceni1.

  1. Questo re Astiladoro co’ suoi figliuoli ed altri, tutti nomi storpiati ed introdotti ad arte dietro qualche tradizione popolare di quei tempi, in cui il nostro Andrea scriveva la sua leggenda, mostrano almeno a qual segno di potenza fossero già allora pervenuti i Maomettani, e quante innumerevoli terre abbracciasse il dominio loro. — Dall’anno 622, 16 luglio dell’era cristiana, tempo in cui ebbe il suo principio l’Egira dei Mussulmani venendo ad Othman primo imperatore turco, trovasi, che malgrado le continue divisioni delle Sette, e le dissensioni di venti successivi califfi, dominavano essi già nella Persia, nella Siria e nelle vicinanze di Costantinopoli, e quindi traversato l’Egitto e le arene dell’Affrica, e passati per le isole del Mediterraneo avevano già invasa la Spagna, di là penetrato fin nella Francia. I Turchi fatti nel nono secolo seguaci di Maometto vengono a secondare gli sforzi de’ Musulmani in Europa. Crociate e penitenze non fanno che il santo sepolcro non cada in potere agl’Infedeli. L’Europa è attonita in faccia all’intrepido Arabo, che alcuno suppose troppo immeritamente abbrutito in un serraglio di vendute. Appena dopo il 300, la Nicomedia, la Natolia e l’Elesponto colla Tracia e la Romania, cadevano sotto la soggezione del Turco. Amurat stabilisce la sua sede in Adria-