Pagina:Andrea da Barberino - Guerino detto il Meschino, 1841.djvu/86

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pensoso non sapendo che sia di lui. Più d’ogni cosa tu dèi pensare avermi onorato e francato di soggezione: perciò io amo più la tua persona che me medesimo. Come adunque torre a te l’imperio nato di gentil sangue, ed io al contrario non so pur chi mi sia?» Dopo queste e simili altre parole conobbe Alessandro che il suo parlare era vano, onde egli pregò il Meschino che facessegli una grazia. «Ogni cosa a me possibile ti farò», rispose il Meschino. Alessandro lo pregò di non partirsi sino a tanto che egli fosse guarito, perchè bramava di andare con lui. Allora il Meschino gli diè questa risposta: «Con me non verrà se non Dio, e le mie armi ed il mio cavallo; ma ben ti prometto aspettare che tu guarisca». Alessandro se ne rallegrò assai, per lo che si promisero ambidue di tener secreta ogni cosa detta fra loro.

Non mi fermerò a narrare i modi diversi con cui l’imperatore e l’imperatrice cercavano di dare al Meschino Elisena per moglie, ciò che loro non venne mai fatto per l’odio grande che egli le portava. Altra cosa di più gran rilievo mi tocca ora a dire, la maniera cioè che adoperò onde prender commiato dalla corte, e come facesse mandare per astrologi che gli sapessero render conto della sua generazione. Secondo l’avuta promessa, poichè fu guarito Alessandro, il Meschino gli domandò licenza d’andarsene, dicendo: «Signor mio, Alessandro, datemi licenza che io vada al mio viaggio». Alessandro l’abbracciò e dissegli: «Caro fratello e dolce amico mio, perchè mi vuoi tu abbandonare? Voglio che ti sia in piacere di far meco parentado, e che ti piaccia di torre Elisena mia sorella per tua legittima sposa, acciocchè quanto per amistà non si è potuto fare, si faccia per parentado». A cui il Meschino — Quanto dici non può essere, imperocchè già amai Elisena tanto, che ogni cosa della mente mi usciva; ma ella mi ha tanto offeso, che l’amore è convertito in odio. Perciocchè ha stranamente parlato contra di me, le quali parole non convenivano a lei, non essendo ancor d’anni matura, nè anco per superbia di marito baldanzosa. E se ella in così giovanili anni ebbe la sua lingua sfrenata, come pensiamo noi che farà quando sarà appoggiata a gran marito? Epperciò, Alessandro, se davvero mi ami, non me ne ragionare più oltre, ma di buon amore, come fratello, mi tieni». Alessandro, che vide sì ferma risoluzione in lui di non volere più saper