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198 il sacrifizio


Ella cercava nei volumi la morale; si entusiasmava per i bei tipi, per le donne virtuose, per i sacrifizi. Ma, senza confessarselo, cercava se stessa nelle pagine stampate, e sentiva acuto il bisogno di trovare creature che le somigliassero, che amassero e soffrissero come lei.

Leggeva proprio per un sentimento spirituale, immergendosi tutta nell’azione del libro; per trovare compagne con cui soffrire, frammischiando così la sua realtà con la favola del volume. Ma non lo diceva mai a nessuno.

Rimasta sola accanto al braciere, quella notte, non trovò tuttavia le solite impressioni, leggendo i meravigliosi racconti del Turchenieff. La realtà sua la vinceva.

Quello che voleva fare e che aveva fatto era un po’ troppo al di sopra della realtà comune. Poteva benissimo farlo una eroina da romanzo, ma per una creatura fragile, di carne e di sangue, era troppo. Anna ne sentiva una struggente angoscia, eppure non si ribellava.

Tutt’al più, per farsi coraggio, tornava ad accarezzare l’idea, il fantasma della fine.