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238 | capo d’anno |
Dopo esser stata timida e quasi goffa — ora Caterina si prendeva troppa libertà col fidanzato, — troppa per la prima sera, — e Maria Fara non voleva che si rompesse ancora quel po’ di etichetta, necessaria per l’occasione.
— Buona notte, addio Caterina, addio, Nennele, — disse Gonario facendo addio con la mano, rivolto ai cognatino che se ne stava ancora a tavola, tra gli avanzi dei giochi e tra i bicchieri ancor colmi a metà di vino.
Nennele gli mandò un bacio sulla punta delle dita e Caterina esclamò:
— Arrivederci all’anno venturo!
Egli sorrise ed uscì con Cesario.
— Andate a dormire, — disse Lucia a Caterina e alla cugina dopo che tutti gli altri si furono ritirati, — resterò io sinchè sarà tutto riordinato.
— Sei contenta, Annì? — domandò Caterina salendo le scale, col lume in mano, e tirando la treccia della cugina.
— Io? Contentissima!
La sua voce alta echeggiò sotto la volta