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l’arrivo | 19 |
sava alla nonna morta con una tenerezza infinita. “Dove sarà ora? Avrà freddo? Perchè son venuta qui?„ pensava facendosi il segno della croce assieme a Caterina. Dissero le orazioni a voce alta, ma si vedeva bene che Caterina non ci metteva molto entusiasmo. Appena detto il credo domandò:
— Perchè hai le maniche lunghe nella camicia? Io, tocca, le ho così corte....
Senza aspettar risposta cominciò a farle sapere quante camicie e quanti vestiti aveva. Annicca stava zitta. Essa era chiacchierona, ma Caterina la sopravvanzava di molto e diceva cose inutili. In suo confronto Annicca era una donnina seria. Eppoi quella notte aveva dei tristi pensieri, benchè l’impressione della bella giornata trascorsa le stesse ancora nella mente. Rivedeva le campagne, i mandorli fioriti, la pianura, le macchie, il fiume, le beccaccie, e la voce di Caterina le sembrava la voce dello zio.
A un tratto Caterina tacque. Nel silenzio profondo il cigolìo del fumaiuolo si fece più stridente, più triste. Annicca non poteva dor-