Pagina:Annali d'Italia, Vol. 1.djvu/514

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Firmo, o Firmio, nativo di Seleucia2555, amico di Zenobia non ancor vinta, prese il titolo d’Augusto e d’imperadore, come, secondo Vopisco, appariva dalle medaglie battute di lui, alcuna delle quali si crede che resti tuttavia2556. Possedeva costui molte ricchezze, e massimamente nell’Egitto, dove, fra l’altre cose, tanta carta, chiamata papiro, si fabbricava ne’ suoi beni, ch’egli si vantava di poter mantenere col solo papiro e colla, adoperata in formar la carta, un esercito. Teneva corrispondenza costui coi Blemmii e Saraceni, e mandava alle Indie navi a trafficare. Impadronitosi dunque costui di Alessandria e dell’Egitto, aiutò, per quanto potè, Zenobia; ma caduta essa, cadde anche egli. Aureliano non già in persona, a mio credere, andò, ma spedi colà parte della armata, che sconfisse Firmo, e dopo varii tormenti lo uccise, con sottomettere in poco tempo quel ricco paese, e mandare a Roma gran copia di grani, la spedizion dei quali costui avea interrotta. Aureliano2557, in ragguagliare il popolo romano di queste vittorie, scrisse fra le altre cose di saper egli ch’esso popolo non andava d’accordo col senato, non era amico dell’ordine equestre, ed avea poco buon cuore verso dei pretoriani. Sbrigato finalmente da questi affari l’infaticabil Aureliano Augusto, indirizzò i suoi passi verso l’Europa con animo e voglia di atterrar anche Tetrico, che solo restava tra gli usurpatori del romano imperio. Come egli arrivato colà ricuperasse in poco tempo quelle provincie, alla sfuggita lo raccontano i vecchi storici2558. Altro non si sa, se non che seguì una battaglia a Scialons sopra la Marna, in cui Tetrico stesso tradì lo esercito suo, perchè si diede volontariamente ad Aureliano: laonde i suoi soldati riportarono una gran percossa da quei di Aureliano2559. Sono altri di parere che Tetrico fosse da’ suoi soldati tradito e consegnato ad Aureliano, al quale si sottomisero poscia anch’essi. Tuttavia grande apparenza c’è che seguisse, o prima o poco dopo dell’arrivo di Aureliano in quelle contrade, qualche segreta capitolazione ed accordo fra Aureliano e lui, al vedere l’indulgenza, con cui esso Aureliano, principe poco avvezzo alla clemenza, trattò il medesimo Tetrico. E la ragione di abbandonare i suoi per gittarsi in braccio ad Aureliano, l’abbiamo dagli antichi storici. Cioè fu la continua disubbidienza dei soldati suoi che ad ogni poco si sollevavano: dal che fu forzato Tetrico ad invitare e pregar Aureliano che il liberasse da tanti mali. Venuto egli alla divozion di Aureliano, tutte poi del pari le di lui milizie il riconobbero per imperadore, e passarono nell’armata romana; con che le Gallie, e, per conseguente, la Spagna e Bretagna, si videro restituiti sotto la signoria del medesimo Augusto. Può o dee anche oggidì essere motivo di stupore il corso di tante imprese e vittorie fatte da un solo Augusto, e in poco più di tre anni, con aver egli liberato da tanti barbari nemici il romano imperio, atterrati i tiranni e riunite al suo corpo tante membra, da esso per più anni disgiunte. Eusebio2560 nella Cronica mette sotto quest’anno il trionfo romano di Aureliano; ma si dee credere uno sbaglio, siccome vien giudicato ancora il riferirsi da lui nell’anno primo e secondo d’esso imperadore la caduta di Tetrico, la quale vien posta da Vopisco dopo la guerra palmirena. Non si sa nè anche intendere, come in un solo anno potesse Aureliano far tante azioni e viaggi, quanti ne abbiam veduto in questo anno, menando seco eserciti, cioè ruote pesanti, che non volano, senz’aggiungervi ancora il suo ritorno dalle

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Gallie o Roma. Però coi più degli storici rapporterò io all’anno seguente il suddetto trionfo.