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ommetteva di farsene investire dentro il termine di un anno e di un giorno1.
Li 21 di luglio 1209, il vescovo Federico investiva i sindaci e procuratori del Comune di Trento, del diritto esclusivo di compera e di vendita della pece e del legname provenienti dai luoghi superiori alla suddetta città, riserbandosi il vescovo di procurarsi e pece e legne pel suo bisogno, dovunque gli piaccia. Dal canto suo, il Comune di Trento retribuiva al vescovo la metà del guadagno ritratto da questa privativa; ma tutte le spese dovevano esser comuni2.
Nell’agosto dell’anno medesimo, Ottone IV re dei Romani confirmava al conte Odorico di Arco l’investitura del feudo concesso a suo padre e allo zio dall’imperatore Federico nel 11643. E ai 5 novembre 1209, il vescovo Federico, in presenza di Bertoldo suo vicedomino e di Adelpreto conte del Tirolo, investì i fratelli Adalberone e Bertoldo di Wanga del dosso e della costa di Lanchecco colle sue pertinenze, affinchè vi edifichino un castello, da essere sempre aperto al vescovo e ai suoi successori. In ricambio, i suddetti fratelli cedono al vescovo un loro vignale nei dintorni di Bolgiano4. Da alcuni documenti risulta che il vescovo nostro nei mesi di settembre e di ottobre di quest’anno si assentasse dal suo Vescovato per accom-