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76 Delle Croniche di Trento

compagnata la gravità de costumi. Convengono tutti esser stato Mantovano, di qual famiglia fosse niuno ne parla. Questo ricordomi haver inteso, [Filippo Arivabeno Fisico.] mentre mi ritrovavo in Mantova, & praticava con Filippo Arivabeno, huomo dottissimo nell’arte Fisica, passando fra noi diversi, & curiosi discorsi, mi diceva haver da suoi antenati più volte inteso mentre trattravano de fatti, & personaggi della sua famiglia, esser stato uno della medema prosapia, che resse la Chiesa Trentina. Si può ciò in qualche modo conieturare, essendo che molti di quella Casa si dimandano Filippi, quasi cotal nome sij particolare, & molto in uso in quella.

[Filippo Arivabeno Arcivesc.] Favorisce questo assai l’esser stati in ogni tempo molti Religiosi Arivabeni chiari, & conspicui, come Canonici, Vescovi, &c. Frà l’altre (e questo non devesi passar con silentio) Filippo Arivabeno Monovasiense, huomo à nostri tempi in virtù, ed integrità di vita à pochi inferiore haversi acquistato nella Città tanto nome, & auttorità per la sua dottrina, che ha meritato essere il secondo, doppo Hercole Gonzaga, Cardinale Mantovano, il qual fù Prencipe sapientissimo, nella Christiana Republica intrepidissimo, & da ciascuno amirato per la di lui illibata, & profondissima dottrina.

Essendo dunque chiaro, Filippo esser stato Mantovano, & gli Arivabeni per natura, & per benigni influssi sempre propensi alla Religione, per il più detti Filippi, aiutando anco l’auttorità di Filippo Arivabeno, Medico dottissimo, facilmente mi dò a persuadere, che Filippo Vescovo di Trento habbi sortita la sua nascita dalli Arivabeni. Dunque havuta notitia dalli Signori Canonici Trentini, di huomo cosi segnalato unitamente, etiandio con quelli che erano dalla parte Tedesca (non ostante paresse si sarebbon piegate, & devolute le ricchezze alli Italiani, elegendosi Vescovo di quella natione) concorsero nella di lui elettione à tal carica. E Filippo havendo in buon augurio conseguito il Vescovato, commandò si dovesse porger preghiere à Dio per la sua persona, acciò inispirasse quello, che fosse il meglio si per il maggior culto Divino, & ben publico, come per la salute dell’anima, quali cose solenemente, & con ogni pietà terminate, & conosciute quello, che ordinariamente per mezzo de sacrificij, & altre opere di pietà ci vien dal Cielo inspirate, fatto dalli Sacerdoti silentio, ricercano all’Altare la volontà di Dio, fù resposto essere il novello Pastore grato à Dio, & ratificato in Cielo quanto dal Reverendissimo Capitolo fù determinato in terra.