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Libro Nono. 197

ne frà di loro con grand'arte framesse, & intrecciate. Non solamente di rose, ma ancora d'altre misture di frondi, & fiori di diversi colori, si raggiravano le corone, la varietà etiandio delli odori eccitavansi, & vicendevolmente si provocavano. Con tanta varietà s'aggroppava assieme quella molteplicità de fiori, che la pitura, ritrovata per immitare l'opere della natura, non sarebbe bastevole à contrastare con quel arte, nel dare le similitudini di colori. Manco gli ornamenti delle Contrade furon sprezabili, [La Città ornata.] erano queste coperte tutte di tele. Et acciò non si desiderasse cosa alcuna d'auttorità, & reputatione à tanto bramata solenità, per dove il Pontefice doveva venire nella Chiesa, & ritornarsene in Castello, le porte delle case erano tutte di rami diversi ingirlandate, gli muri coperti di razzi, e di tapetti, di prezzo. Le strade sparse di panni rossi.

Di più procurarono far ombra. Dalla Chiesa di San Vigilio tirarono tele congionte assieme sopra la piazza, & contrade sino in Castello nella Colina, il coperto reso in forma d'arco, si che l'ombreggiato à volto non solo diffendeva dal Sole, ma anco recava gran diletto, imperoche le tele molificate con unguenti, riempite di stelle sopra colore ceruleo, rappresentavano la vista della sovrana fabrica. Si sentivano parimente stridere, & romoreggiare l'inaurate foglie d'ottone, minutamente stese, & tirate in sottili, & di sua natura placabili lame, con filo attacate alle tapezzarie, quali essendo agitatte dal vento gongolavano, & parevano facessero allegrezza, & imitassero la Città festeggiante in tante ricchezze, & feste.

Per pippe poi, & canelle inargentate, ne quali havevano poste picciole papille, ò porosi bottoncini per mandar fuori l'acqua, con longo ordine, ma breve frà di loro quattro disparti, alte dalle muraglie delle case d'ambe le parti spruzavano ne passaggieri in abbondanza preciosissimi è naturali liquori, & acque [Liquori odoriferi] mischiate col sugo di Rose, & odorifero zafrano, con altri straordinarij odori temperate, di più freschissime, quali senza difficoltà gli Unguentarij compongono con diverse sorti di profumi, & altri ingredienti, queste continuamente scaturendo, come da fonti, collavano, si che il popolo si consolava sentendosi cosi dolcemente inaffiare.

Si ritrovarono chi tratti da quel diletto, gratiosamente contendevano in ricevere con le proprie mani quel cadente liquore, con cui poi si bagnavano le labra, & gli occhi. E certo quel