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198 Delle Croniche di Trento

giorno saltò da canelle tanta copia d’acque odorifere, che le tappezzarie, distese per le strade, bagnate, ne rendevano soavissimo odore, levando la forza di quella soavità la malignità de vapori, quando la terra n’havesse mandati fuori.

Si vedevano in oltre gabbie disposte secondo la proportionata distanza in bel ordine, tessute tutte di fili di fero con molto arte, & sapere, incrocciate à guisa di gelosie, ne quali erano diverse sorti d’ucceletti serati, che col dolce suo garire spiegavano il lor melifluo canto. Ritrovavansi chi imitavano gli mugiti de [Armonia d'ucceli.] buoi, & gli annitriti de cavalli, si sentivano brilanti per il vino gli Papagali formar voci humane, che salutavano il Clesio, non mancava la loquacità delle Gazze, gli Tordi imitando il parlar humano trattenevano gli passagieri. Gli Rosignuoli fatti domestici, cantando sempre variavano gli lor concenti. Gli Corvi medemi hebbero special gratia imperoche impararono per nome salutar Cesare. Ne mancavano Cornachie quali con lunga tessitura spiegavano più parole. Sarebbe cosa troppo lunga, & superflua il narrar minutamente tutte le voci, & soavi canti delli ucceli, quali di lontani paesi trasportati in dono al Prencipe, col suo vario cantare raddolcivano l’aria, & trattenevano col suo garire gli spettatori, fermati da lor viaggio.

V’erano anco per le contrade diversi, & sontuosi Altari forniti, [Altari posti per le Contrade.] & adobbati di Sacre, & bellissime pitture, alle quali abbrugiavano gli pretiosi odori della terra orientale, spiando il popolo con acute narici quelle odorifere nebbie. Haveresti creduto ardere de l’herba Casto d’odore mirabile. Le spiche, & foglie del Nardo, il rosso fiore d’Affaro.

Ammassarono alli fumiganti Altari gran copia di Ammomo (legno odorifero, & simile alla ruta salvatica) in fassetti legato con le sue radici, parimente di Cardomomo più vicino, & simile al Casto, de più perfetti, & provati incensi per il colore, gravezza, & fragilità di perfetta Mirra condotta fino dall’Arabia, qual non ha pari frà gli Arbori quando da per se collano profumi avanti sij tagliata. Consumarono anco sopra ardenti bragie quantità di Cinamo, qual con gran diligenza per gli spatiosi, & vasti Mari havevan fatto condurre sino d’Etiopia ne nostri Paesi. Posero nel fuoco consimili sarmenti di cose odorifere, & altri germogli d’Alberi, con quali l’invecchiata Fenice è fama, si fabrichi, & riducchi à perfetione il proprio nido.

In tal guisa sacrificavano per la Città al grand’Iddio, & San Vi-


gilio,