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Libro Decimo. 243

tali apportato lume, dirò meglio, essere preceduta con torcie accese di Divino splendore. Di tanti varij fregij adorno quel gratioso, & valoroso giovinetto, hà fatto constare à tutti tanto ardire, tanta auttorità, tanta integrità nel maneggiar gli governi, & reggere gli Eserciti, che ben senza tema d’ingano, ò buggia potete assicurarvi, che tutti gli interessi della Religion Christiana sortiranno felici, riuscendo quegli Imperatore: Hà di già ad ogni uno datti sicuri testimonij della futura felicità, per ciò da tutte le amiche nationi, dalli principali, & pratici de governi, dalle stesse spirituali sostanze, vien chiamato all’Imperio; mi maraviglio qualmente esser vi possa cosa, che habbi forza di ritardarvi da si Santa deliberatione, non son atto ad imaginarmi qual Imperatore potiate eleggere, se non stabilite questo, che già dallo stesso Dio vien determinato alla dignità Imperiale, applicate hoggimai il rimedio col vostro sano giudicio, provedete alli negotij della Religion Christiana, che stano per rovinare. Son si considerabili, ardue, & pericolose, anzi necessarie le guerre, che sette costretti giornalmente mantenere con potentissimi nemici, che ben conoscete doversi reggere con gran cautella, & toccando à voi dar la carica di cose tanto difficili, & elegger un capo dubitarete Illustrissimi Prencipi commettere à Carlo questo commando, in cui l’arte del guereggiare risiede incomparabile, fortezza che non hà pari auttorità, non ordinaria fortuna in sua balia, & il rimanente, che si richiede in un grand’Imperatore, & è necessario per mantenere, & conservare la patria dignità: paventarete fidare la vostra salute nel valore di Campione si qualificato? dar il governo delli vostri Eserciti à Capitano si valoroso, finalmente per agrandire la gloria vostra, & della Patria temerete eleggerlo Imperatore.

Sarete ancor sospesi, in fidar gli interessi Christiani, & la publica dignità al medesimo, fregiato di tutte le prerogative d’honore, di fortuna, di valore, d’ingegno, & altre, che rendono maestoso un’Imperatore, nel quale sta collocata una indicibil speranza, una mirabil aspettatione di tutti, & cui gli superi gli soggetorono tanti popoli, & tanti Regni? Guardate vi prego, che poi non vi paia haver persa l’occasione di provedere alla publica utilità, & vostra grandezza. Vi fù concesso da Dio Carlo, nato per accrescere l’honor publico, non trascurate questo punto, acciò poi non habbiate à pentirvi: quando Dio non ve l’havesse concesso dovresti con publiche preghiere in questi torbidi tempi desiderarlo?

Hor che l’havete, ributarete dunque soggetto di tanto merito, quello che per gradi d’alti, & sublimi honori pervene al nome, & dignità Regia. Non abbracciarete quello, che vi vien offerto dalli numi stessi? sprezarete quello, che con tanti encomij vien inalzato sino alle stelle dalli Oracoli? Approviamo pure le volontà, auttorità, & pareri di quelli che vogliono Carlo