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244 Delle Croniche di Trento

all’Imperio, lodiamo l’opinione di chi giudica doversi Carlo antepore al Francese, di quelli che tengono per fermo essere egli l’unico, atto à regger l’Imperio, che prestarà assai più in effetto di quello, che ci potiamo promettere. Procura egli l’occasioni di porger gli suoi aiuti, più veloce desidera il corso della publica salute, che della propria lode, non potiamo dalla fortuna, che s’e resa di lui schiava, non da quella vita, qual in esso à bastanza giudichiamo essere à tutti manifesta, ne dalla medema speranza, qual stesso tiene frà le mani, aspettare cosa brutta, ò perniciosa; ci promettono altro.

Ma perche all’aiuto della patria non hassi à venire non leggiero, nudo & senza provisioni, ma con gran richezze, & gran quantità di danaro, sappiate che questo alla sua devotione tiene obligati Regni, Provincie, Città, de quali è benemerito, & esso havendo inteso, che la Republica Christiana stava per la morte di Massimigliano per cadere, & dar l’ultimo crollo, rinforzò le proprie squadre, & moltiplicò le ausiliarie. In queste contingenze massime si ritrova in punto con forbiti Eserciti di Cavalleria, & altri di aiuto, quanti niun altro di qualsivoglia potenza per diffesa della libertà, e salvezza haverebbe potuto amassare, tutti per la di lui fede, virtù, & liberalità amici della nostra Patria, & pronti ad ogni vostro commando. Hà parimente datto ordine, che molti valorosi Capitani sijno pronti per la campagna, di modo, che non fia pericoloso il sapere, che egli sij per difenderci, ne può essere pervenuto nelle sue speditioni. E preparato per diffendere l’Imperio, & inviarsi ovunque portarà il bisogno, & salvezza publica, deliberato provocarsi e tirar à se tutto l’impeto della guerra, purche vi sij in tal caso speranza di confirmare l’incolumità della Patria, ò scacciare da quella l’inimico.

Stando le cose in cotal guisa non solo si può ogn’uno promettere prosperi successi, ma senza alcun dubbio far certo giudicio della felicità, che hà da godere la Religion Christiana, cascando sopra d’esso, la sorte Imperiale.

Onde grandemente esortiamo gli partiali di Carlo à perseverare nella fedeltà, secondata da capi, & auttori cotanto riguardevoli, e di tanta consideratione. Non è di che debbin temere, prima sappiamo quelli essere constanti, & di gran coraggio, non si piegarano così facilmente à contrarij partiti. Poi occorrendo aiuti con tanta diligenza, & prestezza sarano spalleggiati, & soccorsi, e si vedrano assistere indicibil moltitudine de Prencipi, quanta mai à memoria de mortali s’havrà sentito haver havuto qual si sia personaggio, pretendente la suprema Monarchia dell’universo. Per più cause dunque da voi sgombrare ogni timore, prefigetevi la Germania prima dell’Imperio, che si lamenti del suo maggior danno, e d’esser spogliata del suo primiero decoro. Hora udete se si quietara-