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8 | Delle Croniche di Trento |
del loro povero Re Cuniperto, huomo, nel cui animo generoso soggiornavano à gara e la giustitia, e la bontà, e la pietà Christiana, da tutti amato, a tutti caro, desiderabile à ciascheduno, vituperosamente, e contro ogni legge spogliato del Regno: non si potevano dar pace che in luogo suo regnasse Alachio, huomo, in cui la sceleratezza, la crudeltà, la persecutione con odio intestino, delli huomini giusti, e d’integerimi costumi, scorgevansi in colmo. Governava in quel tempo la Chiesa di Pavia Damiano [Damiano Vescovo Ticinense.] Vescovo, chiaro per fama di santità, questo desideroso di mantenersi nell’immunità Ecclesiastica, con tener lontana la tiranide di quest’huomo bestiale dalla Chiesa, mandò per tal effetto Tomaso Diacono all’Audienza, giunto questo alle porte del Palazzo fece passar parola, penetrò all’orecchie del Tirano, starsene di fuori un Nuncio del Vescovo, il quale gli portava da sua parte la beneditione di Dio (tal parola vien assai usurpata da sacri Scrittori) rispose spropositatamente, e con arroganza il Tirano: Entri (disse) il Diacono mentre habbi le sottobrage nette, & monde. Replicò egli tenerle, nette havedole lavate la stessa mattina. Colerico per tal risposta il Tirano, soggionse intendere delle parti coperte dalle sottobrage, al che il servo di Dio prudentemente diede risposta, dicendo che l’indagare, di queste cose à Dio solo, non à Re temporale s’apparteneva. Finalmente chiamato alla sua presenza, li fece si crudele passata, gli sputò in faccia con tante villanie, si fieramente lo riprese, che intimoriti tutti gli altri Sacerdoti non sapevano ove rivolgersi, stimata implacabile la fierezza di una tal persona.
Lo maledicevano publicamente, & ogni giorno chiamavano, & crescevagli il desiderio del loro vero Re Cuniperto. Salirono i pianti & i lamenti del popolo alle Divine orecchie, in si fatta guisa che la Maestà dell’Altissimo commiserando oggimai la calamità di quelle genti, oprò che per l’istessi mezzi e stratagemi perdesse il Regno, con cui se l’haveua ingiustamente usurpato, e quelli medemi gli levassero la Corona, quali poco prima gli havevano consegnato lo scettro. Ritrovavasi un figliuolo d’Aldovio, questi (come dicessimo di sopra haveva messo la Corona in capo ad Alachio) mentre il Tirano numerava danari, volse la sorte che ne cadesse uno in terra, levatolo, lo recò in tavola il buon figliolo. Fissati Alachio gli occhi nel Fanciullo, di questi (disse) ne hà in quantità tuo Padre (mostrandogli gli danari) quali in breve farò che siano miei, pensava il rapace non intendesse cotal rag-