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Libro Duodecimo. 333

ti nelle divisioni, transferendo in quello ogni assoluta raggione. Ciò fù fatto con solenne cerimonia nel Castello in lor linguaggio chiamato Belempurgo. Non è questo luogo d’Augusta molto discosto, sottoposto alla giurisditione Austriaca, connumerato frà gli beni lor hereditarij.

Quindi deve à ciascuno esser chiaro, non potersi, conforme l’antichissima consuetudine dell’Augustissima Casa d’Austria, prender il scetro, è possesso di quelli Stati, fuori del distretto de medemi. E necessario pigliarlo in qualche luogo al di loro dominio sottoposto, Il che con gran solennità & universal allegrezza fù osservato, & esequito.

[Spettaco Cavalieresco.] In questa cerimonia furon fatti Tornelli di diverse sorti. Concorsero gli primati sopra ben abbrigliati, è guarniti Cavalli di reggij ornamenti adorni, rappresentarono in mille guise la pugna, è corso equestre, da soli Cavallieri praticata.

Le Provincie, che à Ferdinando toccarono, ciascuna haveva il suo Capitano, ò Alfiere, tutti nati d’Illustre lignaggio, e come altri spiegarono ogn’uno le sue, Aliprando Clesio nipote del Cardinale inalzò, uscito in Campo la bandiera della Contea Tirolense.

[Congresso in Colonia.] Finalmente si trattò dell’eletione di Ferdinando in Re de Romani, il che, conforme desiderava, non havendo ivi potutto ottenere, si transferì in Colonia Agrippina, Città grande, è richissima, presso il fiume Rheno, ove con maggior calore fù questo particolare praticato gli 27. Decembre 1530.

Era Cesare assai sollecito per la dignità del fratello, giudicava suo debito haver il fratello, primo doppò la dignità Imperiale, e come più prossimo di sangue, stimava esser ogni dovere, che gli sedesse anco il più vicino. Vedendo gli animi de Prencipi, ordinò, che in negotio tanto dubbioso fossero le raggioni di Ferdinando acutamente con ogni solicitudine diffese, da quali specialmente n’era stato commessa questa carica, acciò l’ambito scettro Imperiale, per lor negligenza non fosse transferito in estranei. Nel qual interesse molti altri impiegarono ogni sapere, è potere. Affaticandosi fino alli sudori.

[Ragionamento del Trentino per l’elettione di Ferdinando in Re de Romani.] Il Trentino però fece quella volta pomposa mostra del suo valore, abbracciò egli la carica con tanto ardore, è cuore, che atterì, e confuse quelli, che havevano ardire di persuadere il contrario. Ferdinando non ne riportava al certo la vittoria, per l’opinione contraria de molti, che alla lor parte havevan tirate le volontà d’alcuni, se il Trentino con ben ordito, & opportuno raggiona-