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334 Delle Croniche di Trento

mento, non havesse confirmati gli dubbiosi animi de molti. Usò tutta la diligenza, conseglio, e fatica, impiegò tutto l’ingegno, e l’auttorità, s’adoprò con ogni fedeltà, è constanza, in somma pose ogni spirito, e quanto di virtù annidava in quel campione, per ridurre à bramato fine questo importantissimo interesse di Ferdinando, ed in conseguenza di tutta la Serenissima Casa d’Austria.

Perloche ne riportò molte accuse, parte scoperte, e parte figurate, ed oscure. Con tanta veramente vehemenza d’animo disuadeva, ed in mille maniere, sino al porgli terrore sconfortava tutti quelli, che ostinati, haveva scoperti contrarij nel concorrere, à pro di Ferdinando, che tutti gli aversarij deposta ogni speranza, e contraria attione; convinti cessarono dal primo proposito. Piegò in tal guisa il negotio à favore di Ferdinando.

Fù eletto egli, il che non si puote ottenere nella Dieta d’Augusta, dalle voci di tutti gli Elettori, fuori che di Federico Duca di Sassonia. Niuno degli altri essendo discrepante. Seguì quest’elettione gli 5. Genaro 1531. mercè, che il Clesio favorì sempre, è pertinacemente diffese la giustissima parte Austriaca. A cui come anco nelli altri affari mai mancò consiglio, arte, prestezza, fatica, ne mai in qual si sia pericoli perdendosi d’animo. [Ferdinando vien coronato Re de Romani] Hor restava solo che Ferdinando, già dichiarato Re de Romani, fusse conforme l’antico costume coronato.

Per tal effetto l’Imperatore, col Trentino, conforme fù approvato, & altri molti Prencipi, convenero in Aquisgrana. Ove osservate canonicamente le cerimonie, di Ferdinando, (che con grandissimo apparecchio di Cavalli, e tutte l’altre cose necessarie, era uscito in campo menando Carlo il Cesare la reggia pompa, circonstando il Clesio, & altri Prencipi Imperiali, impostagli in capo il diadema di Carlo Magno, che ivi con ogni diligenza vien custodito, conforme l’antica consuetudine,) fù coronato.

Spedite felicemente queste cose, che tanto importavano, l’Imperatore si portò in Fiandra, Provincia congiunta col Mar Oceano; il Re de Romani alli suoi Stati, e gli altri partirono per altrove. Il Trentino s’avviò verso il suo Vescovato, ove per qualche giorno stete in grave, e pericolosa infermità, causatagli da tanti disagi e fatiche, patite ne passati affari. Risanato che fù, avengache per la indispositione del corpo ancor debile, ed infermo, godeva però, della quiete, da longhi, è disastrosi viaggi acquistata: ma perche viveva zelantissimo, & ardentissimo dell’integri-