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Libro Terzo. 53

Mentre cosi veniva percosso, ferito, & mal tratatto non si scusava, non adombrava il suo proposito, diffendeva con ogni costanza la Christiana Fede, tutti esortava nel mezo di si crudi tormenti alla Celeste Legge, sprezzava con mirabil patienza quei dolori, & afflitioni, si mostrava più appasionato della Pertinacia, & ostinatione de suoi nemici, che della propria miseria, si che rese per ammiratione insensato il baratro infernale, fece per maraviglia inarcar le ciglia a Satanasso, ne temendo cotali furie, poco ò nulla stimava le loro Persecutioni, e solo soffrendo ogni stratio, valorosamente s’opponeva all’impeto universale, non fugiva punto gli colpi, che da tutti gli venivano scaricati. Più volte fù rispinto, & ributato come da furie infernali, mà egli à guifa di colona, sempre restò immobile, frà tormenti si eccessivi, e facendo intrepido spicare quella viril forteezza, che bevuto haveva al puro fonte della Dottrina Evangelica, pareva fosse assalita una Città, non che un’huomo, una fortezza non che un Soldato, di modo che la gran turba de persecutori, in vano s’affaticava, per abbattere quel Campione, e sicuro riparo della Christiana Religione. Vedevasi un’animo d’un huomo, colmo di generosi spiriti, un petto ripieno di speranza, mai diede un minimo sospiro, passò tante accerbità con silenzio, senza un lamento, senza pur una querella; Da questo potiam persuadersi, che il Re Celeste habbi voluto far esperienza della fortezza di si gran Martire; & essersi (secondo il nostro modo d’intendere) sommamente diletato di tanta patienza del Santo, parimente si può inferire, essersi partito da quella battaglia confuso, & attonito Belzebù, prencipe de Demoni, haver voltata la faccia, non potendo più in lungo fermarsi, à fronte di quel generoso Soldato, prima tanto orgoglioso, col seguito de tante fiere, si può ben pensare s’egli restasse non men svergognato, che sconfito.

Non pensò il pazzo, fusse Romano, Vigilio, ripieno di Divina Sapienza, tutto ansioso, & anhelante del vero culto Divino, non gli era noto il di lui animo intrepido, invincibile, ed inflessibile, quando havesse havuto l’occhio à questo non s’havrebbe forsi l’inimico infernale esposto à tal impresa. Etn ancorche quelli di Rendena con indicibile crudeltà habbino offeso, tormentato, e morto il loro Pastore: [Vigilio vien opresso sotto l’empito de sassi.] Non videro però mai spogliato, della innata gravità è dignità quello, che fù da loro, prima con dardi lacerato, & svenato, poi guastato, & sfigurato per il sangue, che scorreva dalla bocca, occhi, & altre parti del corpo, e con nubi di pietre coperto, finalmente condotto a morte. Acciò restasse evidente testimonianza