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2 Azioni di Generali

della Persia, e dal Danubio sino al Monte Atlante dell’Africa. Que’ saggi, e prodi Comandanti, scorrendo cogli Eserciti l’Europa, l’Asia, l’Egitto, la Mauritania, estesero a grande vastità l’Imperio di Roma; indi compartite colà le legioni armate, conservarono quella Padronanza per più secoli da Cesare sino al Magno Costantino; e per avventura ve l’avrebbono perpetuata sino a’ giorni nostri, se nell’Italia avessero proseguito a soggiornare gli Augusti, e se ne’ Duci Italiani avessero continuato il comando delle loro armate da terra, e da mare. Ma invaghitosi il Gran Costantino della bellissima, e deliziosissima situazione di Bisanzio, volle trasportare colà il Trono, e fermarvi la sede stabile della propria dominazione. Arricchita di nobilissime fabbriche quella Metropoli, e ridotta a numerosa popolazione, la rese gloriosissima coll’improntarvi il suo Nome, chiamandola Costantinopoli, o Città di Costantino. Benché colà trattenesse molte famiglie di Italia; queste però ne’ loro pronipoti, e discendenti più lontani andarono declinando in quelle prerogative di natura, che possedevano i loro Antenati, giacché tali prerogative sono per lo più effetto del Cielo, sotto di cui si nasce, e si vive, come anco delle qualità sì dell’aria, che si respira, sì de’ cibi, con cui si nodrisce. Il che vediamo succedere agli Europei, che passando a popolare il nuovo mondo, non trasfondono ne’ loro posteri, e successori più remoti quella sottigliezza d’ingegno, ed altre abilità, possedute da essi. In tal modo gl’Italiani, propagati nella Tracia, divennero Traci, benché poi a vanto di maggior gloria vollero dirsi Greci; e dopo il corso di circa cent’anni i Propagati da loro tralignarono nelle qualità naturali: né riuscirono più idonei o per capacità di mente, o per maneggio di negoziati, o per fermezza d’animo, o per bravura di cuore, o per forza di braccio a contenere di là dal Danubio, e dal Reno i Barbari del Settentrione, né di là dal Baristene gli Sciti, e i Sarmati.

Quindi declinarono sempre in peggio, perdendo l’Italia, la Francia, la Spagna, ed altri membri dell’antico Imperio Romano, divenute preda di que’ Barbari, che con un diluvio d’armati le inondarono; finché l’Imperio de’ Cesari Orientali precipitò affatto sotto l’oppressione de’ Maomettani.

Compensò Iddio all’Italia la perdita della Monarchia temporale coll’istabilirvi altra Monarchia spirituale del Santissimo suo Vicario in Terra, la quale abbraccia il Mondo tutto, e gode diritto di comandare spiritualmente, fin dove Gesù Redentore viene ubbidito coll’osservanza della Divina Legge Cattolica. Monarchia è questa, incomparabilmente più gloriosa, sì per il fine, a cui è diretta, cioè alla santificazione, e glorificazione del genere umano, sì per li mezzi de’ quali si serve, che tutti spirano santità, e stabiliscono virtù sovraumane dall’infimo sino al grado più sublime, ed eroico.

Dono massimo, con cui è piaciuto all’Altissimo Signore di privilegiare l’Italia sopra le altre Nazioni, è stato lo stabilirvi immobile la