Pagina:Anonimo - Azioni egregie operate in guerra.pdf/11

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e di Soldati Italiani. 3

Cattedra Pontificale, sù cui siede il Giudice supremo nelle materie di Fede, di Religione, di costumi; che possiede autorità, e giurisdizione spirituale, sù quanti vogliono essere, e vivere figliuoli veri di Dio, eredi della Gloria eterna. E benchè l’essersi perpetuata per diecisette secoli, e più la durevolezza di questa Monarchia, debba dirsi opera di Provvidenza Onnipotente: Nulladimeno, avendo Iddio in costume di prevalersi de’ talenti, compartiti alle sue Creature, per effettuare, e render durevoli le opere grandi, può asserirsi, che l’ingegno, la prudenza, la desterità negli affari, e le altre egregie doti degl’Italiani abbiano coadiuvato molto, a conservare immobile la di lei consistenza; Sicchè la nave di Pietro abbia potuto nel mare incostante, e burrascoso di questo mondo veleggiare felicemente per il giro di tanti anni, senza rimaner affondata dagli urti impetuosi de’ Scismi, e di altre tempeste, suscitate contra da tanti venti, nemici al di lei prospero corso. La Monarchia Ecclesiastica amando la pace, e la quiete de’ popoli, come più adattate, a farvi fiorire la pietà, e la cultura di tutte le virtù Cristiane, come anco il pubblico bene, e la felicità sincera de’ popoli, ha consigliato agli abitanti de’ nostri Paesi l’aborrire fra noi le guerre, come anco a tenere lontani dalle nostre contrade i tumulti dell’armi per quanto è stato possibile. Con che riesce agevole il godere l’opulenza, le delizie, ed altri beni, che con larga mano c’impartiscono la benignità del Cielo, e la fecondità della terra.

Amano gl’Italiani la gloria al pari d’ogn’altra nazione. Ma per conseguirla più soda, più durevole, e meno odiosa, hanno riputato mezzo migliore il meritarsela coll’impiegare le ricchezze comuni, e le particolari nelle magnificenza de’ pubblici, e de’ privati edifizj, tanto Sacri quanto profani, nell’adornamento delle Città, nello scoprire nuovi ritrovati, tanto nelle scienze, quanto nelle arti liberali, nell’aumento delle manifatture, e del negozio, piuttosto che negli apparecchi militari, e ne’ steccati di guerra; ove sovente accade, che i primi trionfi, riusciti pur anco dispendiosissimi a’ vincitori, vadano a terminare in infauste, luttuose, e obbrobriose tragedie. Questi utili, e queste ragioni, ponderate dagl’Italiani, e avvalorate dalle insinuazioni de’ sommi Pontefici, soliti sempre ad intromettersi colla mediazione, o con altre pie diligenze, per sopire gl’incendj di guerra in Italia, hanno operato, che lo strepito dell’armi si oda con abbominazione da noi, e rimbombi assai raro ne’ nostri Pesi. Ciò ha fatto dire ad alcuni stranieri, che nella Nobiltà, e ne’ popoli Italiani siasi estinto il valor Marziale, e periti i talenti degli antichi Conquistatori, de’ Fabj, degli Scipioni, de’ Cesari con tutto il corredo de’ pregi, necessarj a formare Gran Generali, e Gran Guerrieri. Il che quanto sia alieno dal vero, sarà scopo dell’Opera presente il dimostrarlo a chiare prove di fatti, col mettere in veduta le virtù belliche, e le imprese stupende militari, condotte ad ottimo fine, anche in età prossime a noi, da