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100 Azioni di Generali

in sanità, venne a Praga, ove allora dimorava l’Imperatore, da cui fu accolto con dimostrazioni d’ottima volontà. Non andò lungo tempo, che in quella gran Città vi fu bisogno sommo della di lui assistenza, e buon consiglio.

L’esercito Cesareo era rimasto sotto il governo del General Asfeld, che rapito da estro guerriero, s’impegnò poco lungi da Tabor a Jaconitz, in mezzo a’ Paesi Cesarei col Tosterdon ad una sanguinosa battaglia. Ritrovavasi in essa Gio: di Vert General Bavaro, e Uffiziale di fortuna, che a forza di azioni arditissime era salito a quella dignità. Qui ancora maneggiandosi cogl’impeti medesimi aveva incamminato un buon principio di vittoria. Ma poi non accordandosi coll’Asfeld s’impegnò contra i di lui ordini tanto avanti, che precipitò la faccenda. Lo stesso praticò il General Getz, che vi perdette la vita, e colla sua morte lasciò in confusione quelle schiere, alle quali comandava. Alcuni reggimenti Cesarei, persuadendosi d’aver vinto, si diedero a bottinare il bagaglio degli Svezzesi con molto disordine. Il Tosterdon, avvedutosi d’esser giunta l’opportunità di sbaragliare gl’Imperiali, fatte uscire da un bosco alquante truppe, collocate in aguato, con esse, e col Cannone appuntato in siti ottimi combattette sì a proposito, che fracassò più reggimenti dell’Asfeld, e mise in fuga quegli che s’erano dati a predare. La scena voltò faccia. Gli amici si rovesciarono sopra gli amici. Il disordine crebbe tant’oltre, che fuggirono tutti. L’Asfeld, rimasto con pochi, si diede prigioniero con altri Generali, ed alcuni mila soldati, che presero poi partito sotto le insegne del Vincitore.

Una somma costernazione abbattette gli Stati ereditarj, e la Corte medesima di Cesare, che sopra veloci cavalli s’absentò da Praga. Alla custodia di quella Capitale lasciò il Galasso, e il Coloredo, che armarono subito sette mila Borghesi, li disposero in guardia della mura con bell’ordine militare, e gl’infervorarono a sostenere la sovranità dell’Augusto Monarca. Il Galasso giorno, e notte a cavallo scorreva su i terrapieni. Visitava i posti, provvedeva a’ bisogni. Raccomandava agli Uffiziali il vegliare a’ loro posti. Poco dopo il Galasso assunse il comando generale delle soldatesche, che si armavano frettolosamente in tutti i Paesi Austriaci. Da nuovi ordini di Cesare fu sollecitato, ad accelerare le mosse, e spingere le truppe raccolte verso Vienna, a cui erasi avvicinato il vittorioso Tosterdon, e batteva Crembs, Città a poche leghe dall’Imperiale residenza sul Danubio. Espugnata questa, crebbero i spaventi, e il prezzo de’ viveri in tutta l’Austria. L’Imperatore, mandati i figli, e i capitali più preziosi a Gratz, risolvette di fermarsi alla difesa della sua Capitale, sempre più angustiata dalle Armi Svedesi, che con mille, e seicento cavalli si erano avanzati a’ ponti di Vienna, e occupato avevano il forte, che sta in capo all’ultimo ponte. Quivi fortificatisi meditavano di passar il Danubio, ed entrare nell’Austria inferiore. Giunse opportuno ad incoraggire quegli abitanti, ben-