Pagina:Anonimo - Azioni egregie operate in guerra.pdf/110

Da Wikisource.
102 Azioni di Generali

Collocò varj Colonnelli alla guardia de’ paesi più esposti, e delle Fortezze migliori con buon numero di Reggimenti. Questi provvedimenti furono regolati dal Galasso con attentissima sollecitudine, con indefessa provvidenza, e con istupenda ammirazione di tutti, che vedevano per opera di lui risorgere nuovamente la possanza Austriaca, non ostante l’ultima gran percossa patita.

Erano in quest’anno succedute poco lungi dal Danubio due battaglie tra’ Bavari, e Francesi uniti ai Vaimaresi. Così si dicevano quelle truppe, che prima avevano militato sotto il Duca Bernardo di Vaimar, e poi morto lui tiravano soldo dal Re di Francia, e guerreggiavano in di lui favore. Nel primo conflitto, che seguì a Mirgental, il Generale Francesco Mercì sorprese i Francesi, e i Vaimaresi, sparsi troppo alla larga, e dilatati in ampj quartieri. Disfece gli uni, e gli altri, e ne riportò gran preda di prigioni, e spoglie. Il Turena era Capo de’ Francesi. Non ostante la disgrazia cadutagli sopra, esso co’ rimasti praticò una ritirata, che riportò molta lode.

Il secondo fatto d’armi succedette a veduta di Norlingen, in cui lo stesso Mercì, per sentimento di tutti avrebbe riportata un’insigne vittoria, se avesse sopravvissuto; poiché l’aveva incamminata assai bene colla strage de’ Francesi, massime pedoni, tagliati a pezzi la massima parte. Ma essendosi lasciato rapire dall’ardore di menar le mani, era stato ucciso. Anche il Generale Gleen, che doveva succedergli nel comando, essendosi inoltrato sovverchiamente, era rimasto prigione. Onde Gio: di Vert terzo Generale la notte, in vece di sostener il campo, come poteva, erasi ricoverato a Donavert, lasciando indietro parte del Cannone. Questa ritirata aggiunse animo al Duca d’Anghien Generale Francese di quell’Armata, poi celebratissimo Principe di Condé, per progredire a nuovi acquisti, ed avvicinarsi alla Baviera. Quel Duca Elettore temendo, che gli Stati suoi fossero per esser invasi da’ Nemici, chiese all’Imperatore accrescimento di soldatesca, protestandosi, che altrimenti si sarebbe separato dai di lui interessi. Cesare, benché si trovasse in circostanze peggiori ne’ paesi patrimoniali; pure per non perdere il Confederato, spedì l’Arciduca Leopoldo, e il General Galasso con alcuni mila Cavalli di rinforzo che accorsero con somma celerità, e segretezza, s’incorporarono co’ Bavari, e si spinsero addosso a’ Francesi, e a’ Vaimaresi. Erano questi comandati dal Marescial di Gramont, e dal Visconte di Turena. Colti all’improvviso, ed impotenti a resistere1, furono costretti a camminare per molte giornate in tutta fretta verso il Reno. Il Galasso, e Gio: di Vert alla testa della Cavalleria più spedita erano loro alle spalle, e a’ fianchi. Gli obbligarono a lasciar addietro bagagli, Cannoni, ed attrezzi militari. Fecero perder loro molta gente, o prigioniera, o disertata. Se questi voller passar

  1. Riccius de Bellis Germanicis pag. 707.