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e di Soldati Italiani. 123

colla forza, ed anche col muovergli guerra. Fuvi chi propose di degradarlo, e di deporlo dalla dignità Imperiale, se prestamente non segnava la pace. Tra tante angustie fluttuava pur anco lo spirito Religiosissimo di Ferdinando, nè sapeva risolversi a segnare un concordato, per cui si perdeva affatto la speranza di ristabilire in tante Cattedre Vescovili, ed Abbaziali, i Prelati Cattolici, i quali colla esemplarità della vita, col fervore delle Prediche, coll’ajuto de’ Ministri Ecclesiastici riducessero i popoli travviati nel grembo di Santa Chiesa. Finalmente vedendo rinnovate urgentissime istanze universali dal Corpo Germanico, e specialmente dal Duca di Baviera, che per essersi riunito a lui1, pativa orribili devastazioni ne’ proprj Paesi, rilasciò a’ suoi Plenipotenziarj in Munster la facoltà di stringer la pace, come nell’occorrenza presente la prudenza avrebbe dettato. I Plenipotenziarj di Cesare agli 6 d’Ottobre pubblicarono, d’aver ricevuto il consentimento Cesareo, con cui a’ 24 dello stesso Ottobre imposero l’ultima mano a quella negoziazione, durata infruttuosamente per parecchi anni.

La conclusione di questa pace può dirsi prodigio spiccato dalla volontà onnipotente di Dio, che a tal fine elesse, e pose in opera un mezzo, il più opposto in apparenza ad ultimarla. Cagione principalissima e quasi totale, mossa dall’Altissimo Signore a darvi compimento, fu Cristina Sovrana di Svezia figlia del Gran Gustavo, la quale co’ comandi risoluti, e costanti incaricò i suoi Plenipotenziarj, che levassero le difficoltà sin ora insorte, e la terminassero speditamente. Mortificò que’ Ministri di Stato, che n’erano riputati alieni. In somma la volle presta ad ogni modo. Si contentò di mediocri conquiste per sè, quando aveva nelle mani, e teneva imbrigliate co’ suoi presidiarj parecchie decine di Città, o Fortezze nell’Imperio. I di lei Plenipotenziarj, attenti a meritarsi la di lei grazia, convennero per sè, e per i Principi Protestanti due mesi prima, che per la loro parte la stabilissero i Francesi.

Di volontà, così ardente in Cristina per la pace, ne cercarono la cagione alcuni Istorici. Altri la dissero generosità d’animo. Altri assegnarono la comodità, di coltivare con più quiete gli studj, e le belle arti, delle quali Essa era amantissima. Queste ragioni, a ben pesarle, pajono di forza insufficiente, ad indurre con calore accesissimo una Regnante, così saggia, come Cristina, ad arrestare le armi sue vittoriose, e fortunate, sicchè non progredissero ad inalzare la di Lei gloria al più alto segno, e fermasse il corso a’ grandi vantaggi, che in pochi mesi le augumentavano padronanza maggiore nell’Imperio. Tanto più che i di lei Alleati spingevano essa Cristina con tutto vigore, a continuare la guerra. La cagione vera della brama ardentissima di

  1. Mercurio Istorico del Siri tomo decimo terzo: pag. 97.