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128 Azioni di Generali

tutto il Paese. S’impadronì di Varsavia, di Cracovia, e di molte altre Città. Diede varie rotte a que’ corpi di Soldatesche, che il Re Casimiro avea raccolte tumultuariamente sotto le sue bandiere; Sicchè questi temendo di cadere nelle mani del Re nemico, per non trovare più sicurezza nel Regno, lo abbandonò, e prese ricovero negli Stati Austriaci. Fuggito il Re, quasi tutta la Nobiltà si sottomise all’ubbidienza del Vincitore. Il Generale Czerneschi, ed altri pochi rimasero fedeli a Casimiro, ed attesero a raccoglier nuove soldatesche. La Polonia è paese vastissimo con rarissime, e lontane Fortezze. Per tanto è difficilissimo il dominarla, se non si accordano universalmente i Nazionali, a soggettarvisi di buon cuore. La contrarietà di Religione che professavano gli Svezzesi, sprezzatori del culto Romano, fece riprender coraggio a’ Cattolici. Si unirono in maggior numero al Czerneschi, dal quale infervorati, fecero una generale sollevazione, e tagliarono a pezzi parecchie migliaja di Svezzesi, tra’ quali poco mancò, che il Re medesimo non vi rimanesse ucciso. Carlo Gustavo invitò in suo ajuto il Ragozzi Principe di Transilvania, che accorse con soldatesche, e fu messo in possesso di parte delle conquiste, fatte dagli Svezzesi. Ma contra d’amendue si dichiararono i Tartari, e il Gran Signore minacciò guerra al Ragozzi suo Vassallo, se non desisteva dall’Impresa.

Più legazioni de’ Signori Primarj, venute dalla Polonia, erano capitate a Vienna, implorando dall’Imperator Ferdinando un corpo d’esercito, che augumentasse la loro possanza contra i due Assalitori. Offerirono, dopo la morte di Casimiro senza prole, la padronanza del loro Regno all’Arciduca Zio di Cesare, o ad altro dell’Austriaca Famiglia, purchè venissero assistiti a rimettersi in libertà. Ferdinando amante di pace, e bramoso di ristorare i popoli sudditi colla quiete, rifiutò quello Scettro: Bensì si offerse ad interporre buoni ufficj per la Concordia. Destinò il Conte Petting suo Ambasciatore a Carlo Gustavo, il quale non fece verun conto di quella legazione, e seco conducendo qua, e là il Petting, nè meno in quattro mesi lo ammise all’udienza. Ferdinando, offeso da tale ripulsa, rinforzò con milizie i proprj confini, e promise di mandare un corpo di quattro mila uomini in rinforzo delle armate del Re Giovanni Casimiro. Prima però, ch’eseguisse la parola a’ 2 d’Aprile del 1652 passò a miglior vita. Il primo affare, che si ventilò da Leopoldo Re d’Ungheria nel suo consiglio versava nel numero delle milizie, da spedirsi in Polonia. Il Gran Tesoriere del Regno Lessinio, venuto alla Corte per quest’effetto, con ferventissime orazioni conseguì, che non fossero meno di sedici mila. La notizia, giunta di poi, che il Re di Danimarca avesse dichiarata la guerra allo Svezzese, e cominciate le ostilità, confermarono la determinazione presa. A mezzo Luglio si mosse l’esercito Austriaco. Capo d’esso il Conte d’Asfeld, che si portò ad inchinare il Re Casimiro, e ad in-