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e di Soldati Italiani. 141

e Alessandro Settimo, e predicato da molti Istorici, come eroico ornamento del Secolo corrente. In quest’anno medesimo l’Imperatore Leopoldo radunò gli Stati d’Ungheria in Possonio, sì per acquietare le discordie suscitate negli anni antecedenti, sì per disporre la Nobiltà di que’ Comitati, ed apparecchiarsi potentemente alla guerra, quando non seguisse la pace a condizioni oneste. Nulla di buono potette conchiudersi per le acerbe contese tra’ Cattolici, e Protestanti, e per le comuni pretese, che le Soldatesche Alemanne si rimovessero dall’Ungheria con altre istanze, pregiudiciali al decoro del Sovrano. Cesare da quella radunanza altro non raccolse, che l’esercizio di una lunga pazienza, non essendovi, che sperare da quegli Stati. Sul principio del

1663.

S

I raccolse la Dieta de’ Principi, e delle Città di Germania per implorare soccorso contra gli Ottomani. Guidobaldo Conte di Thun Arcivescovo di Salsburg vi presedeva a nome di Cesare. Con faconda Orazione pose sotto gli occhi la presente necessità, e la grandezza del pericolo, in cui versava la Cristianità per i vasti apparecchi de’ Turchi. Le deliberazioni andarono a lungo. Vi succedettero dispute acerrime. Tardissimo si conchiuse, di somministrare sei mila, e cinquecento Ausiliarj, i quali non arrivarono, che dopo la metà di Novembre con commissioni ristrette, e limitate, sul come guerreggiare. Furono bensì ordinate preci in tutta la Germania ad ora stabilita, per ottenere pietà, ed assistenza dall’Altissimo Signore. Con quanta lentezza, ed ostacoli si preparava la Cristianità a difendersi, con altrettanta prontezza, e speditezza univa il Gran Visir l’esercito Infedele per assalire. In Turchia il Sultano non abbisogna di Dieta, per aver denaro, e Soldatesche in gran copia, da guerreggiare. Colà non ha luogo nè Nobiltà, nè Eredità di Padre in Figlio. Tutto è del gran Signore. Quella Gran Monarchia è distribuita in commenda a bravi Soldati con obbligo, di portarsi alla guerra ad ogni minimo cenno del Sovrano con tale determinata quantità di milizie. Oltre a queste; parecchie migliaja di Gianizzeri sono pronti a sortire da Costantinopoli, e da Presidj, per formare in pochi giorni una grossa armata, la quale a misura, che marcia, viene ingrossata da volontarj in numero eccedente, altri per guadagnarsi merito, ed apertura alle commende vacanti, altri per fare bottini, e schiavi, mercanzia di gran lucro appresso di loro. In somma la forza Turchesca era cresciuta a tale eccesso, che veruna potenza Cristiana da sè sola non poteva allora starle a fronte, e sola una Lega di varj confinanti, ben fornita di Cavalleria avrebbe potuto pareggiarli, come poi seguì sulla fine del passato secolo. Molto meno era valevole a farlo l’Imperatore, che teneva un’estesa lunghissima di confini da coprire, e aveva parecchi