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10 Azioni di Generali

na medesima passavano d’intelligenza segreta col Conte della Torre, rimasero dissipate. Sopraggiunsero poco dopo altre milizie Austriache, colle quali si combattente a ponti di Vienna, ed altrove, finchè i nemici furono costretti a decampare di ritorno in Boemia.

Compresero il gran rischio della sovversione totale, non solo per conto della vera fede, quanto in ordine all’ubbidienza dovuta al legittimo Sovrano ne’ paesi Austriaci d’Alemagna, s’affrettarono i Principi Cattolici, congiunti o di sangue, o di amicizia, a mandare sovvenimenti, tanto di denaro, quanto di soldatesche all’Imperatore. Il Pontefice vi contribuì parecchie centinaja di migliaja di scudi. Il Gran Duca Cosmo, oltre alle milizie spedite in tutta diligenza, vi trasmise un buon peculio d’argento. L’Arciduca Alberto d’Austria, che reggeva i Paesi Bassi Cattolici, pose in marcia due mila Cavalli, e sei mila Fanti, detti a quel tempo Valloni sotto la condotta di Carlo di Longaval Co: di Bouguoi. L’Elettor Sassone armò, e mosse le sue genti contro a’ Ribelli con valido esercito. Il Duca di Baviera, dichiarato Generale dell’Alleanza, stabilita tra’ Principi Cattolici dell’Imperio, radunò sulle frontiere una florida armata, che nell’anno prossimo entrò in azione contra de’ tumultuanti. Sigismondo Re di Polonia, anch’esso congiunto all’Imperatore, destinò alcuni mila Cavalli di sua nazione all’effetto medesimo. Il Re di Spagna Filippo Terzo ordinò al Marchese Ambrogio Spinola, che si spiccasse dalla Fiandra, e con valido esercito ascendesse, come fece, nel Palatinato Inferiore a danni di quell’Elettore. Lo stesso Re Cattolico spedì commessione al Vice-Re di Napoli per l’armamento di quasi cinque mila Fanti Napolitani, che raccolti con prestezza da quella Nobiltà, avida di segnalarsi con grandi azioni, dopo più mesi di disastroso, ma affrettato viaggio, giunsero in Germania verso la fine del corrente anno sotto la condotta di D. Carlo Spinelli. Da Prosapia, feconda d’uomini Marziali, aveva D. Carlo sortito il nascere. Ancora da giovine passò in Fiandra, dove riportò gran lode nell’assedio d’Ostenda, e in altre fazioni, alle quali intervenne. Indi calato in Italia nelle guerre del Genovesato, e del Piemonte alla testa d’un florido reggimento di sua nazione, diede nuovi saggi di condotta, e di valore, massime nel superare le Colline d’Asti, nella qual pugna la Vittoria fu attribuita a’ suoi Napolitani. Finalmente acquetate le rivoluzioni della Lombardia, ebbe il comando di questo corpo, che condusse in Alemagna. A D. Carlo si congiunse D. Tommaso Caracciolo de’ Duchi di Rainola, stato a lui lungamente compagno nelle guerre di Fiandra, e d’Italia con eguale fama di condotta, e di bravura. Ora pure, benchè senza comando, volle assistere al di lui reggimento in qualità come di Collaterale. Non vi fu azione di guerra, che occorresse colà, nella quale esso non si segnalasse sommamente. Per terzo s’incorporò in quelle truppe D. Scipione Filomarino, fratello del Cardinale, che per venticinque anni governò la Chiesa di Napoli con ze-