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e di Soldati Italiani. 177

se, sparse qua, e là. Il Turena piantò su un’altura sei pezzi, che battevano il terreno occupato da’ Tedeschi. Ne’ Casamenti dietro alle siepi, ed altri ingombri distese de’ Moschettieri. Altri frammischiò tra’ squadroni a cavallo. Superate alcune angustie di strade, si presentò alla mischia. Il Duca di Lorena con amorevoli, ed efficaci parole esortò i suoi, ad operare con bravura. Il Caprara non parlò; ma attese a collocare in ottima ordinanza i suoi Cavalli. Venuti a tiro i Francesi, amendue i Generali Cesarei colla Cavalleria loro gli assalirono, e rovesciarono più volte. Ma non potevano proseguire, ad incalzarli per il fuoco de’ Fanti Francesi, ed Inglesi al loro soldo, che dietro alle siepi, ed alle muraglie di varie Case li percuotevano di fianco malamente colle loro palle. Ciò non ostante i Corazzieri Imperiali giunsero alla batteria, e rovesciarono due pezzi in una Valle. Il fatto d’armi durò per più ore; dopo le quali il Lorena, e il Caprara, avendo nuovamente posta in disordine, e malmenata colla propria la Cavalleria Francese, vollero prevalersi di tale avvantaggio, per ritirarsi al favore de’ Boschi, che avevano dietro. Mancavano di Fanteria, e di Cannoni. Dubitarono che i pedoni nemici si dilatassero alle loro spalle, e chiudessero loro il passo per la ritirata. Questa seguì con bellissima regola, dandosi mano scambievole la prima, e la seconda linea; nè vi fu perdita nel recedere. Tanto il Turena, e i di lui Generali, quanto il Duca di Lorena, e il Caprara gareggiarono, a chi si governasse con migliore condotta, e con più ardito valore. Amendue i partiti cantarono vittoria. L’uno per aver espugnato Sintzein, ed ottenuto il Campo di battaglia. L’altro per avere con minor numero di soldatesche ripulsata, e mezzo ruinata la Cavalleria Francese, col riportarne parecchi Stendardi, e poi aver ridotto a salvezza la gente Cesarea.

Mesi dopo succedette altro conflitto di tenore consimile. Sopraggiunse il Duca di Borneville con altre truppe, indi quelle di Munster, e di Luneburg col Duca d’Holstein. Crebbero le milizie, ma crebbero ancora le divisioni di pareri. Il Generale Caprara, premesso ad osservare il Campo di Turena, chiuso tra forti trincee, lo trovò inaccessibile, e persuase l’internarsi nell’Alsazia, paese fertile, ed esteso in lunghezza. Poco dopo il Turena, accresciuto da più migliaja de’ suoi si avvicinò ad Argentina, per ridurre quella Città a rompere il ponte sul Reno. Non ottenuto l’intento, e cominciate le ostilità in quel territorio, il Caprara co’ Cesarei arrivò a tempo, per conseguire la libertà del ponte, e per entrare nell’Alsazia. Attendevano l’Elettore di Brandeburg con altri diciotto mila. Prima che questi giungessero, il Maresciallo di Turena determinò di combattere gli Alemanni. Era inferiore di forze; ma nel ben regolare un fatto d’armi era superiore assai al Duca di Borneville, che presiedeva a’ Tedeschi. Oltre di che la varietà de’ Capi di diversi partiti porta quasi sempre poca consonan-