Pagina:Anonimo - Azioni egregie operate in guerra.pdf/41

Da Wikisource.

e di Soldati Italiani. 33

tificazioni riparate, ed accresciute. Quivi pure moltiplicò le batterie, che con tempesta incessante di palle spianavano le mura, ed anche desolavano le Case. Il Presidio era composto di milizie veterane, dalle quali doveva sperarsi una lunga resistenza. Quattrocento passi fuori di Demin eravi una rocca, che a quel lato copriva la piazza. Il Re comandò al Colonello Kimpausen, che l’attaccasse. A questo Comandante riuscì non solo di batterla, e di lavorarvi sotto una mina, ma di più ebbe la buona fortuna di fomentare intelligenze co’ difenditori. Offerse loro stipendio maggiore, se volevano passare nel Campo Regio. Dopo qualche resistenza abbracciarono costoro il partito. Tradirono il Forte. Vennero a militare tra’ Svezzesi. Consegnarono le bandiere, le quali furono dal Re Gustavo presentate a veduta della Città. La ribellione è un male contagioso, che ove comincia, si diffonde pessimamente. Tra la Città, e il forte preso eravi una palude, che serviva di seconda difesa a quel lato; Ma allora, mese di Febbrajo, rimaneva gelata sino al profondo. Su quel ghiaccio furono stabilite altre batterie contro le mura colà non molto forti, e però soggette, ad esser facilmente superate. La Guarnigione, sorpresa da timore improvviso, paventando d’esser espugnata a viva forza, denunziò al Savelli il doversi render subito a buoni patti. Il Savelli adoperò le persuasive, le preghiere, ed altri tentativi, per distornare i suoi dall’intempestiva proposta. Ma non potuti acquietarli, patteggiò la resa con onorevoli condizioni.

Il Conte Gio: Tilli supremo Generale di Cesare, venuto coll’esercito nella Sassonia, e postosi all’assedio di Magdeburg, aveva sperato, che Demin, ben provveduto di tutto, avesse dovuto sostenersi con lunga difesa. Ma quando vide il Savelli, se ne dolse aspramente. Rimproverollo con parole d’avvilimento, e gli ordinò, che passasse a giustificarsi in Vienna. Andò colà il Savelli. Esibì prove così chiare, e convincenti della propria innocenza, che l’Imperatore non solo gli continuò la propria grazia, ma ben tosto gli commise una legazione importantissima; ritornato dalla quale proseguì a prevalersi di lui in altre imprese, nelle quali il Savelli si diportò sempre con grande affezione all’Austriaca Casa, e con eguale volontà, ma quasi sempre contrariato da avversa fortuna.

Da ch’entrato era il Re Gustavo nell’Alemagna, l’Imperatore affrettato aveva i suoi Capitani, a raccogliere l’esercito, a marciare in Sassonia, ed ivi occupare i siti più vantaggiosi del paese, finchè, ingrossati con nuove levate fossero in istato di dar battaglie allo Svezzese, e respingerlo fuori dell’Imperio. Ma prima che ciò seguisse, la fortuna prodiga verso di Gustavo nel favorirlo con una continua prosperità di successi, rarissimi a vedersi, l’aveva reso più potente, e meglio in forze de’ Cesarei. Erasi fatto padrone in pochissimi giorni di molte piazze, ed alcune d’esse assai forti, capaci di ritardare a lungo i di lui avanzamenti. A lui eransi renduti moltissimi disertori della