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e di Soldati Italiani. 35

simo, non si sa per opera di chi, il quale, rinvigorito dal vento, incenerì quasi tutte le Case. Pianse a così doloroso spettacolo il buon Conte Tilli. Aveva dati ordini, per impedire tante desolazioni. Ma la resistenza fatta da’ Cittadini, accorsi coll’armi per le contrade, affine di respingere i vincitori, inferocì per tal modo le soldatesche vittoriose, che non vi fu mezzo di più frenarle. Passato alquanto il furore de’ predatori, il Conte praticò co’ vinti grand’atti d’umanità a sollievo delle miserie, da loro incorse.

Il Re di Svezia, che aveva impegnata nel proprio partito quella Città, riputata opportunissima a’ suoi interessi, adoperò tutte le diligenze per soccorrerla. Ad aprirsi la strada a tale effetto, e a far diversione agl’Imperiali, espugnò Francfort sull’Odera, e vi ruinò un buon corpo di Cesarei. Coll’arte medesima obbligò alla resa Landsperg; spinse una grossa scorreria de’ suoi a danni della Silesia. Scrisse lettere caldissime all’Elettor di Sassonia, perchè si unisse con lui. Ma l’Elettore non v’acconsentì, e per fino ricusò l’abboccamento con quel Monarca, che felicissimo egualmente nel combattere e, nel persuadere, si lusingava coll’efficacia delle sue parole di guadagnarlo.

Poco dopo un ordine inopportuno, giunto al Tilli dalla Corte di Vienna, spinse il Sassone, a gettarsi dal partito di Gustavo. Il Consiglio di Cesare, vedendo il Pomerano, il Brandeburghese, e il Langravio d’Hassia, dichiaratisi in favore dello Sveco, udendo ancora continue querele, e strepiti dell’Elettor Sassone contra l’editto della restituzione de’ beni Ecclesiastici, e contra altri gravami pretesi da’ Protestanti, temette, che anco l’Elettore fosse segretamente confederato co’ suoi nemici, e solo aspettasse congiontura favorevole, per palesarsi tale. In verità questo Signore conservava pur anco dell’affezione per la Casa d’Austria. Avrebbe bensì voluto, che Cesare s’accomodasse a non molestare quelli della sua setta. Più oltre non pretendeva. Ma l’apprensione, rappresentando a Vienna i pericoli maggiori della realtà, fece sottoscrivere il comando diretto al Tilli, che gli prescriveva, d’entrare nella Sassonia, ed obbligare quel Principe a dichiararsi. Il Tilli invase la Turingia, e la Misnia. Conquistò parecchie piazze, e giunse sino a Lipsia, Città ricca, e di gran negozio per le fiere, che vi si celebrano. Obbligò colla forza quella Città a rendersi, e a pagare grossissime contribuzioni. L’Elettore, mirando il proprio paese divenuto preda degl’Imperiali, si strinse in confederazione con Gustavo a condizioni per sè molto gravose, ma pretese dall’altro. Amendue congiunsero le armate, per dar battaglia all’esercito Austriaco. Concorse nella allenza anche l’Elettore di Brandeburg. E tutti tre solennemente la giurarono in benefizio de’ proprj Stati, e a danno dell’Imperatore.

L’evento dimostrò, che fu infelice la determinazione d’irritare il Sassone; poichè questi con quindici mila Uomini de’ suoi augumentò talmente la possanza dello Svezzese, sicchè questi, reso superiore di sol-