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44 Azioni di Generali

penhaim fosse rimasto ucciso, ma di più le di lui truppe tagliate a pezzi, o scampate altrove; Il che suscitò un panico spavento tra le soldatesche; e fu il motivo primario, per cui gl’Imperiali abbandonarono di poi il Campo di battaglia, quando la mortalità era stata almeno eguale negli Svezzesi, e parecchie squadre Austriache avevano pochissimo combattuto, le quali dal Marchese Grana, dopo d’aver egli pugnato con intrepida resistenza, furono tra le tenebre ricondotte a Lipsia con parte del bagaglio.

Sei ore era durato il combattimento, allorchè una folta nebbia, più oscura della prima, obbligò a sospendere il conflitto, e a fermarsi ne’ luoghi che ogn’uno teneva, affine di non operare alla cieca, ed esporsi a pericoli di maggiore svantaggio. Sopraggiunse la notte, che impedì la decisione della vittoria. In questa il Valstain giudicò di ritirarsi a Lipsia. Era stato ferito; Provava maggior molestie dalla podagra. Per l’uno, e per l’altro incomodo poteva poco operare. Sapeva, ch’era prossimo a congiungersi cogli Svezzesi il Duca di Luneburg con nuove genti. Era stato abbandonato da molti Ufficiali fuggiti, o mal conci da’ colpi nemici. Riputò miglior partito l’avvicinarsi al Galasso, richiamato in fretta con altri reggimenti, che non si trovarono alla battaglia. Fece inchiodare parecchi Cannoni, che lasciò per mancanza di Cavalli da strascinarli.

In quella Città consultò, se era bene, a fermarvisi, o dar più addietro in Boemia. Mancavano i viveri. I Cittadini erano avversi al partito Cattolico. Stava poco lontano il Sassone, che poteva co’ suoi difficoltare la ritirata ne’ paesi ereditarj. Perlochè determinò di passar a’ quartieri in contrade, soggette a Cesare, per ivi ristorare l’esercito. Tutti e Ufficiali, e Soldati, dell’uno, e dell’altro esercito si diportarono egregiamente, ed operarono, quanto poteva aspettarsi da milizie agguerrite, ed avidissime di vincere. I capi Italiani si distinsero al pari di qualunque altro, sì nella buona regola, come nel maneggiarsi con valore. Al Principe Mattia di Toscana fu ucciso sotto il cavallo. I Principi di Modena s’avanzarono, ove infieriva più feroce il conflitto; e la loro presenza influì costanza maggiore alle soldatesche Cesaree. L’Imperatore rimunerò i Generali, ed altri Uffiziali, che avevano operate prodezze. Il Coloredo fu promosso alla dignità di Generale dell’artiglieria, e altri Uffiziali riportarono mercedi, proporzionate al loro merito.

Il Vaimar, dopo la morte del Gran Gustavo, fu voluto dalle soldatesche per Generale supremo di tutti. La mattina seguente uscì in traccia, per rinvenire il corpo dell’estinto Signore. Fra un mucchio di cadaveri lo ritrovò, tutto imbrattato nel proprio sangue, e talmente