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72 Azioni di Generali

frequenti sortire, e col ripulsare parecchi assalti per sessanta, e più giorni. Prossima era la perdita della piazza, se non veniva prontamente disfatto l’assedio; e però si ridussero a consulta i Capi primarj dell’Esercito Cattolico l’Ammiraglio D. Alfonso Enriquez de Cabrera, il Marchese de los Velez, il Conte Rho, il Marchese di Mortara, ed altri. Erano i Francesi diciotto mila Fanti, e due mila Cavalli. Gli Spagnuoli appena quindici mila de’ primi, e cinquecento de’ secondi. Si disputò lungamente del partito, a cui appigliarsi. Per venire a battaglia prevalse il parer esposto in bel discorso dal Torrecusa con eloquenza, e con ardore di lingua. A tal fine fu condotto l’Esercito sopra un Monte, da cui si scopriva tutto l’accampamento Francese. Sull’altezza maggiore eravi una Capella dedicata a S. Barbara. Di là tutto fu apparecchiato, per discendere, e dar principio al combattimento. Quando dal mare si alzò un vento impetuosissimo, mescolato da grandine foltissima, e da orribile strepito di tuoni, e fulmini. Il vento si spinse sopra il monte, e per due giorni continuò a fulminare le genti Spagnuole. Queste tollerarono per le prime ore i disagj causati dal furiosissimo temporale. Ma essendo quasi tutti allo scoperto, le Soldatesche, ch’erano di nuova leva in numero di sette mila, si precipitarono abbasso di notte, correndo qua, e là; e molti ne rimasero mal concj o nell’inciampare tra’ tronchi d’alberi, o nello sdrucciolare su i pantani, o nel guadare i torrenti, che calavano furiosi dall’alto. L’Ammiraglio all’albeggiare del giorno, osservando tanta gente sbandata, fu sorpreso dall’afflizione, e dalla disperazione. Spedì il Marchese di Torrecusa, ed il Gandolfo per raccogliere i fuggitivi. Ambedue calati abbasso, e affaticatisi tutto il secondo giorno, rescrissero, che non v’era modo di ricoverarli, finché durasse la tempesta. Erano que’ Soldati in pessimo stato. Non avevano né fuoco con cui asciugarsi, né letto su cui riposare, essendo tutta la pianura inondata, né cibo se non guasto, con cui reficiarsi: furono poi ritrovati alcuni morti per que’ pantani. Abbattuti dalla funestissima disgrazia, l’Ammiraglio, e il los Velez radunarono altra consulta, in cui la maggior parte de’ Generali inclinava a ritirarsi, e ad avvisare il Presidio di Fonterabbia, perché si rendesse. Dicevano, lo sdegno del Cielo esser loro avverso. Doversi soccombere sotto i colpi di fortuna nemica. Essere meglio, raccogliere l’Esercito disperso nelle Terre vicine, ed ivi ristorarlo. Così fu risoluto, e prontamente eseguito. Ma di lì a poco il Torrecusa ripigliò esortazioni pressantissime, perché si ritornasse a soccorrere la Piazza col combattere. Altri proponevano, che l’azione seguisse di notte, e ne adducevano ragioni favorevoli. Altri con ragioni opposte, che si assalisse a luce chiara. Si convenne, che il giorno della Natività di Maria Vergine, di cui tanto divota è la Nazione Spagnuola, fosse ancora il giorno della battaglia. Ma la celerità nell’operare del Marchese di Torrecusa prevenne il tempo, e il fatto d’arme nella vigilia. Il Torrecu-