Pagina:Anonimo - Fiore di virtù.pdf/51

Da Wikisource.

capitolo xii. 47

mente; chè dolce gastigamento e nascoso adduce amore; e il palese e aspro adduce isdegno. Di leggiero non sarà vizioso chi averà continuamente il gastigatore seco. Cato dice: Se tu gastigherai alcuno, e egli non voglia il tuo gastigamento, se egli t’è caro, non lo lasciare però. Plato dice: Non gastigare, cioè guarda di non gastigare lo tuo amico in altrui presenza, ovvero quando egli è irato. Della correzione si legge nelle storie della Bibbia, ch’essendo Faraone molto ammunito per Moisè che dovesse lasciare il popolo d’Iddio, il quale egli tenea per suoi servi, e ch’egli si convertisse a lui, indurò sì il suo cuore, che per cosa del mondo non si volle convenire, nè commoversi a farlo; e Iddio, volendolo gastigare per ritornarlo a lui, si li mandò delle sue pistolenze. La prima si fu acqua convertita in sangue che piovette: la seconda si fu moltitudine di ranocchi, che piovè: la terza si fu d’ogni generazione mosche: la quarta si fu grilli d’ogni maniera: la quinta si fu tempesta, che consumò tutte le robe e tutti gli àlbori: e la sesta si fu infermità di tutti gli suoi animali: la settima fu locuste: l’ottava fu fame: la nona fu tenebre, che ’l dì si convertì in notte: e contuttociò non si volle gastigare, nè convertire, nè correggersi del male ch’egli facea contro a Dio; sicchè alla fine gli mandò la decima pistolenza: ciò fu che disse a Moisè che comandasse a tutto il popolo suo che ciascuno domandasse qualche cosa in prestanza da ogni suo vicino, cioè di quegli di Faraone, e poi gli menasse là dove gli direbbe. E