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capitolo ix. 35

Ovidio dice: Se le persone non peccassono, la virtù della misericordia non si potrebbe adoperare. E puossi appropriare la virtù della misericordia alli figliuoli d’uno uccello c’ha nome Ipega, che quando veggiono invecchiare lo padre e la madre, sicchè pèrdino il vedere che non possino volare, si gli fanno uno nido, e ivi dentro li pascono, e poi gli traggono tutte le penne vecchie, e massime quelle che sono d’intorno a gli occhi, e pascongli insino a tanto che sono cresciute tutte le penne, e così per natura si rinnovano, e torna loro la veduta. Della misericordia ragiona Plato, e dice: Nessuna virtù può essere nelle persone più bella e più utile che la misericordia, la qual consiste in visitare gl’infermi, in pascere gli affamati, dar bere agli assetati, riscuotere i prigioni, vestire gl’ignudi, albergare i pellegrini e seppellire i morti. Lo Evangelio si dice: Chi averà misericordia d’altrui, altrui l’averà di lui. Alessandro dice: La possanza delle persone cresce in due modi: per acquistare amici e per fare misericordia, e perdonare agli nimici; chè vendetta sanza danno non puote essere. Salomone dice: Chi dà al povero non sarà mendico; e chi dispregia il suo priego, verrà in povertà. Ancora: Chi non arà mercè del povero, nè da Dio, nè da uomo non sarà udito. Cassiodoro dice: Non essere avaro in misericordia, se tu la vogli trovare in te. Giovenale dice: Sii misericordioso, chè la misericordia è segno di tutte le virtudi. Pittagora dice: Se la mano offende l’occhio, e ’l dente offende la lingua, non cade ven-