Vai al contenuto

Pagina:Anonimo - I fioretti di Sancto Francesco.djvu/290

Da Wikisource.

— 272 —

quello frate, disse cosí: — Sappi, carissimo frate che essendo io in sullo monte della Verna tutto assorto nella memoria della passione di Cristo, in quella apparizione serafica io fui da Cristo cosí istimatizzato nello corpo mio, et allora Cristo mi disse: — Sai tu quello ch’io t’ò fatto? lo t’ò donati i segnali della mia passione, acciò che tu sei mio gonfaloniere; — e com’io il dí della morte mia discesi allo limbo, e tutte le anime le quali io vi trovai in virtú delle mie Istimate ne trassi e menaile a paradiso, cosí concedo a te insino ad ora, acció che tu sia conforme cosí nella morte come tu mi se’ istato nella vita, che tu, poi che sarai passato di questa vita, ogni anno il di della tua morte vada allo purgatorio e tutte l’anime de’ tuoi tre Ordini, cioè minori, suore, e continenti, et oltre a queste quelle de’ tuoi divoti le quali tu vi troverai, ne tragghi in virtú delle tue Istimate, le quali io t’ò date, e menile a paradiso. Et queste parole io non dissi mai, mentre ch’io vivetti nello mondo.-E détte queste parole, sancto Francesco et compagno subitamente disparvono. Molti frati udirono poi questo da quelli otto frati che furono presenti a questa visione e parole di sancto Francesco. A laude di Cristo. Ammen.


In sullo monte della Verna apparve una volta sancto Francesco a frate Giovanni della Verna, uomo di grande santità, istando elli in orazione,