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Pagina:Anonimo - I fioretti di Sancto Francesco.djvu/296

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vinceva. Adivenne che, partendosi da lei, dimonio la lasciò libera due df, et il terzo, ritornando in lei, l’afriggeva troppo piú crudelmente che prima. La qual cosa udendo questo messere Landolfo, se ne va a questa femmina e domanda il dimonio che abitava in lei, qual era la cagione perché elli s’era da lei partito due di e poi, tornando, la tormentava piú aspramente che prima. Risponde il dimonio: — Quando la lasciai, io con tutti i miei compagni, che sono in queste parti, ci raccogliemmo insieme et andammo molto forti alla morte dello mendico Francesco per disputare con lui e per pigliare l’anima sua; ma essendo ella attorniata e difesa da maggiore moltitudine d’angioli che non eravamo noi, e da loro portata diritto in cielo, noi ci siamo partiti confusi, sicchè ora io ristoro e rendo a questa misera quello che in quelli due dí io le lasciai. — Allora messere Landolfo lo scongiurò, dalla parte di Dio, ch’elli dovesse dire quello ch’era di verità nella santità sancto Francesco, Il quale elli diceva ch’era morto, e di sancta Chiara, la quale era viva. Risponde il dimonio: — Dirottene, o voglia io o no, quello ch’è vero: elli era tanto indegnato Iddio padre contro a’ peccatori dello mondo, che in brieve e’ pareva ch’elli volesse dare contro alli uomini e contro alle femmine la difinitiva sentenzia di sterminargli dello mondo, se non si correggessono. Ma Cristo, pregando per gli peccatori, promise di rinnovare la sua vita e la sua passione