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Pagina:Antologia provenzale, Hoepli, 1911.djvu/5

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introduzione vii

mitrofi, esistono somiglianze sostanziali, tranne nei casi più sopra accennati di incertezza nel confine linguistico.

Sul titolo dato a quest’Antologia potrebbe osservarsi che la Provenza è soltanto una parte della Francia meridionale e che le altre regioni vengono trascurate a vantaggio della privilegiata. Ma, e nel medio-evo, quando fiorivano i trovatori, non si chiamavano tutti provenzali? E ve n’erano del Limosino, della Linguadoca ed anche d’Italia.

Qualcuno suggerirebbe l’appellativo di occitanica; sarebbe certo un vocabolo di più ampia signilicazione, perchè si riferirebbe a tutta la lingua d’oc; ma riuscirebbe troppo arcaico; altri la chiamerebbe felibrina, ma sarebbe una parola troppo speciale, non da tutti ben compresa. Dato poi che la fioritura letteraria moderna germogliò in Provenza, quasi per diritto quella regione doveva esser preferita nel dare il nome alla letteratura.

Ma, dopo tutto, il nome non ha importanza sostanziale, ed a tal proposito credo utile citare le parole d’un illustre poeta e letterato. D. Victor Balaguer, riportate nell’Armana prouvençau del 1881:

«Che la chiamino romana, come fanno i dotti e come la chiamarono gli antichi trovatori; provenzale, come usano nelle Accademie e come Dante la nomava; catalana, come lo pretendono senza troppa giustizia i figli del Llobregat, romanizzata, come qualcuno anche lo pretese, ed infine occitanica, come vorrebbe la critica moderna, che importa il nome? Datemi lo spirito, la vigoria, la freschezza, la gaiezza e l’originalità di quella letteratura risorta, e chiamatela poi come volete!».