Pagina:Antoniani - Educazione christiana dei figliuoli.djvu/223

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SECONDO. 95

buon dispensatore, ma quello che più importa si evitaranno di molti pericoli, percioche non solo non havrà cagione di rubbare, ma non potrà esser facilmente insidiato co’l mezzo della pecunia, con la quale non altrimenti che con una esca, sono molte volte i poveri giovanetti tirati nelle reti del peccato. È anchora molto da avvertire, massime crescendo gl’anni, et ne i primi bollori della giovanezza, che i servitori et famigliari di casa siano persone fideli, si che per qual si voglia interesse, ò di ritrarre utilità, ò di acquistar benevolenza, non persuadano, ò almeno non somministrino aiuto al mal consigliato giovane, di espilare i granari, et le sostanze paterne, preparando il nutrimento alla gola, alla lussuria, a i giuochi, et a tutti i disordinati appetiti giovanili. Et però vegli il savio padre sopra la custodia del figliuolo, et sopra tutto, come altre volte si è ricordato, avvertisca alle prattiche, et conversationi de i giovani eguali, et coetanei. Et benche i pericoli della giovanezza siano molto grandi, et massime in questo nostro corrottisimo secolo, onde io so bene che alcuno potrà dire, che il dar ricordi, et precetti è cosa facile, ma l’eseguire, et metter in opra è cosa implicata di molte difficultà, non però si perda di animo il nostro buon padre di famiglia, anzi, speri fermamente nella divina gratia, che havendo egli guidata la educatione del figliuolo ne gli anni teneri, per quelle vie christiane, che sino a qui si sono dimostrate, et havendo egli saputo ritener co’l figliuolo l’autorità paterna, et l’anore insieme, ogni cosa gli riuscirà più facile, che di leggiero non si può credere, et alla fine ricoglierà dolcissimi frutti delle sue tante vigilie, et fatiche.

Delle ragioni morali, et christiane contra il furare. Cap. CII.

Non è bisogno di troppo lungo discorso, per dar campo di ragione al nostro padre di famiglia, onde egli renda odioso il furto al suo figliuolo, che già sarà divenuto capace di ragione, et atto a comprendere la bellezza della virtù, et la bruttezza del suo contrario, solamente basta dire, che questo vitio è direttamente contrario alla regina delle virtù, cioè alla giustitia, di cui è proprio offitio di render a ciascuno il suo, la dove il furto, et la rapina ingiustamente toglie lo altrui; et è cosi brutto questo vitio, che non par che possa cader in un’animo ingenuo, anzi sia proprio di servi, et schiavi utilissimi, chiamati per antico proverbio furaci, onde tutte le leggi civili hanno sempre detestato i ladri, et castigatili con pene gravi, sino con la morte istessa, ma con pene, et morte piene