Pagina:Antoniani - Educazione christiana dei figliuoli.djvu/222

Da Wikisource.

LIBRO

hanno a rendere al proprio padrone, però se come sole accadere alcuna cosa del vicino sarà caduta in casa, et il fanciullo l’havrà ritrovata, dicagli il padre, figliuolo questo non è nostro, rendiamolo al padrone, et facci fare a lui medesimo la restitutione, acciò che lodato dal padre et dal vicino si rallegri et prenda per costume di restituir volentieri, et se trovarà alcuna cosa nella via publica, ò in parte dove non si sà di chi ella sia, finga il padre d’haverne trovato il padrone, et facciala rendere ad alcun amico, che poi la dia a i poveri, de i quali veramente sono le cose ritrovate casualmente, et delle quali dopo la debita diligenza non si sa il legitimo padrone, et questo istesso faccia anchor fare al fanciullo, dico di darle a i poveri, quando non si trova il padrone. Ma se per caso il fanciullo havesse rubbato qualche cosa, benche minima, conviene sgridarlo, et riprenderlo, et se ci fosse bisogno, batterlo anchora, et condurlo per quanto si può a restituir il tolto, si che un’altra volta non sia vago di pigliare la robba altrui. M’accorgo bene che io ragiono di cose molto minute, et che alcuno dirà che io abondo di tempo, et di inchiostro a scrivere queste cosarelle, ma per tanto non restarò io di ricordare, quello che giudico esser profittevole alla buona educatione del nostro fanciullo, vedendosi per antichi esempii et per cotidiana esperienza, che il negletto delle leggieri cose, conduce a i gravissimi disordini. Adunque continuando nel nostro instituto dico, che a me non par bene il metter come alcuni fanno in troppa stima appresso i fanciulli il danaro, a i quali mostrando l’oro, et l’argento, et con gesti, et con parole dando loro ad intender che sia cosa pretiosa, fanno diventar giotta la semplice età di quello che ella naturalmente non appetisce, et con questi stimoli cresce tanto più il desiderio, quando i fanciulli si accorgono, che il danaro è il mezzo per conseguir quelle cose delle quali per inclinatione naturale hanno appetito, onde nasce che piace loro di haver de’ quattrini, et s’ingegnano d’haverne, etiandio togliendone di nascosto dove possono. Ma cosi come lo instillar nella tenera fanciullezza questi semi d’avaritia non par ben fatto, cosi all’incontro quando il giovanetto è pervenuto all’uso di ragione, et intende la differenza, et il valor delle cose, giudico non esser espediente a tenerlo tanto stretto, che non habbia un quattrino in potestà sua, anzi mi par che secondo lo stato, et conditione sua se gliene debbia permettere alcuna quantità, oltra il provedergli bastantamente di tutte le cose necessarie, percioche le cose che molto ci sono vietate, si desiderano più ardentemente, dove quando sono in potestà nostra ci moveno meno. Et avverrà tal volta che il fanciullo darà i suoi denari à custodir alla madre, ò alle sorelle, ò gli prestarà loro, et si compiacerà di conservarli, et a guisa di padre di famiglia ne sarà