Pagina:Antoniani - Educazione christiana dei figliuoli.djvu/275

Da Wikisource.

SECONDO. 121

almeno spiritualmente con l’affetto del cuore, ma spesse volte anchora ricevendo con ogni humiltà, et divotione l’istesso sacramento, si come altrove si è ricordato che doverebbe esser costume de i christiani, almeno di prender ogni Domenica la santissima eucharistia, considerando che è pane dell’anima, et pane quotidiano, senza ’l quale per il camino di questa vita, che è à guisa d’un deserto sterile, et faticoso, ci veniamo meno per debolezza; onde non senza cagione diceva santo Ambrosio quelle notabili parole: S’egli è pane quotidiano, perche lo prendi tu dopo l’anno?


QUINTA PETITIONE. DIMITTE NOBIS DEBITA NOSTRA ETC.

Tutti siamo peccatori, et non è alcuno, che possa dire in questa vita, mondo è il cuo mio, puro sono io dal peccato, et perciò siamo rei et debitori della divina giustitia. Ma perche il peccatore è per se stesso impotente a satisfare, però ricorre alla divina misericordia, et questo è quello che ci insegna la presente petitione, cioè di chiedere remissione à Dio de i nostri debiti, cioè peccati, per la infinita sua liberalità, et per il prezzo inestimabile del pretioso sangue dell’agnello immaculato Giesù Christo, ilqual prezzo fu pagato su’l duro legno della Croce, et si applica à noi per mezzo de i sacramenti santi, quando effettualmente ò almeno con verace desiderio gli riceviamo, ne senza questo sangue si fa remissione. Cerchi adunque il buon padre quanto può, di mettere in odio, et abhorrimento al figliuolo il peccato, che ci fa debitori di un tanto debito, che niuna facultà humana può pagarlo, et che ci apporta infiniti mali, percioche è per se stesso bruttissimo, et imbratta, et deforma l’anima sposa di Christo, et Tempio de lo Spirito santo, et la sottopone alla durissima et acerbissima servitù del demonio, tiranno crudele, che non cessa di angareggiarla di peccato, in peccato, sin tanto che con esso se la precipiti ne gli etrni crucciati dell’inferno. Ma sopra tutto deve esserci detestabile il peccato, perche offende l’immensa maestà del nostro clementissimo padre, che tanto ci ama, et tanto altamente et con effetti cosi efficaci, ci ha dimostrato l’amor suo, la onde horribile ingratitudine è offendere un Dio, et padre tanto buono, nondimeno, perche fragili, et miserabili siamo, almeno non ci piacciano le nostre cadute, che rompono le ossa dell’anima, ma desideriamo di risorgere, et ricordandoci con accutissima puntura di dolore, sino nell’intimo del cuore, delle offese fatte à Dio, chiediamogliene humilmente perdono, ilquale Iddio è tanto pietoso, et tanto pronto à perdonarci, ch’egli stesso ci invita, et