Pagina:Antoniani - Educazione christiana dei figliuoli.djvu/372

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LIBRO

eccellente per fine dannabile, della alterezza et vanità humana, dal qual gonfiamento seguitò poi, che ponendosi à leggere le scritture sante, le disprezzò, come cosa bassa et indegna di stare à paragone con la grandezza del dire Tulliano, si come à lui, che non haveva anchor gli occhi de lo spirito, all’hora parea, ma quello che fù più grave, et pernitioso, stando à studio in questa dispositione, s’intoppò in alcuni huomini i quali egli descrive molto bene, superbamente frenetici, carnali, et loquaci, nella bocca de i quali erano i lacci del diavolo, et un vischio fatto et composto di parole dolci, et sante, et pietose in apparenza, havendo sempre Christo in bocca, et verità, ingannando i simplici con questi modi. Questi furono i Manichei heretici pessimi, da i lacci de i quali il buono Agostino restò lungamente preso, sino à tanto che piacque à Dio farlo, come un’altro Paolo, di persecutore, difensore fortissimo della sua Chiesa. Tali adunque sono i frutti, che sotto pretesto di eruditione la misera gioventù, spesse volte raccoglie, dalla peregrinatione delle grandi Città et famosi studii, mentre à guisa di polledri fuggiti frescamente di sotto la mano del domatore, vanno i poveri giovani licentiosamente vagando, dove l’appetito sensuale, et il torrente della mala consuetudine di loro compagni li trasporta.

Della cura publica circa la disciplina de gli studii generali. Cap. LXIX.

Temo di parere forse pù ardito, che à me non si conviene, s’io ricordo à coloro che hanno potestà, et reggimento publico, à pensare di alcun rimedio opportuno, per rifrenar la troppa licenza scolaresca in alcuni studii. Certo vi pensarono gli antichi Imperatori, percioche questo non è mal novo, essendo la giovanezza la medesima sempre, se da buona disciplina non è regolata. Narra santo Agostino nel quinto libro delle sue confessioni molto copiosamente la impudenza et sfrenata audacia de gli scholari nello studio di Cartagine, dove egli già divenuto maestro leggeva publicamente, et scrive che facevano cose ingiuriose con grande sfacciataggine degne d’esser castigate dalla severità delle leggi, se non che la mala consuetudine era avvocata, et difensora della licenza; per il che Agostino deliberò partirsi di là et venir à Roma, dove intendeva che i giovani studiavano più quietamente, essendo tenuti a freno con migliore, et più ordinata disciplina, il che forse come si può conietturare, era frutto d’una notabile legge di Valentiniano Imperatore et suoi Consorti, scritta ad Olibrio nobilissimo Senatore et Prefetto della Città, laquale anchora si conserva registrata da Theodosio Imperatore nel suo Codice, dove